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Studio: Nuovo metodo per l’identificazione precoce della malattia di Parkinson

Studio: Nuovo metodo per l’identificazione precoce della malattia di Parkinson

I ricercatori hanno sviluppato un modo per diagnosticare precocemente la malattia di Parkinson, prima che i sintomi inizino a comparire, in modo da poter iniziare il trattamento e accelerare la ricerca di una cura.

Al momento non esiste un test specifico per diagnosticare la malattia di Parkinson, motivo per cui la diagnosi è così difficile, afferma Guardiano.

Accumulo di proteine ​​​​anomale

I sintomi possono essere diversi e molte altre malattie hanno sintomi simili, il che significa che la malattia è spesso mal diagnosticata.

La malattia di Parkinson è causata dall’accumulo di proteine ​​anormali chiamate alfa-sinucleina nel cervello e nel sistema nervoso.

Si pensa che l’accumulo inizi diversi anni prima che compaiano sintomi fisici come tremori, rigidità muscolare e movimento rallentato.

Scienziati negli Stati Uniti ora affermano di aver trovato un modo per identificare l’accumulo di proteine ​​​​anomale associate alla malattia, molto prima che compaiano i sintomi.

Sintomi della malattia di Parkinson. (Foto: Wikimedia Commons/CarrotsMitHummus)

Aprendo la strada a un nuovo trattamento

La ricerca sembra confermare che il metodo, chiamato test di amplificazione del seme alphaSyn-SAA, può identificare con precisione le persone a rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.

La scoperta potrebbe significare che la malattia può essere rilevata e diagnosticata precocemente e aprire la strada a nuove cure.

L’incidenza della malattia di Parkinson è raddoppiata

L’incidenza della malattia di Parkinson è raddoppiata a livello globale negli ultimi 25 anni e quasi 10 milioni di persone ne soffrono.

“Identificare un biomarcatore efficace per la patologia del morbo di Parkinson potrebbe avere profonde implicazioni sul modo in cui trattiamo la condizione, rendendo possibile la diagnosi precoce delle persone, determinare i migliori trattamenti per diversi sottogruppi di pazienti e accelerare gli studi clinici”, afferma. Andrea Sideroff per il Guardiano.

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È professore all’Università della Pennsylvania e coautore del nuovo lo studio che comprendeva 1123 soggetti ed è quindi il più grande finora per valutare la tecnologia alphaSyn-SAA.

Conferma che la tecnologia rileva la malattia

Lo studio ha confermato che la tecnologia può rilevare con precisione le persone con malattia di Parkinson e indica anche che la tecnologia può identificare le persone a rischio così come le persone con sintomi precoci che non sono ancora stati notati.

Tuttavia, i ricercatori ritengono che per valutare appieno l’utilità della tecnologia, siano necessari più studi a lungo termine con campioni di dimensioni maggiori.

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