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Recensione: “Altid vara we” al Kulturhuset Stadsteatern

La musica può farti partire e anche farti restare. È una conclusione presa in prestito da un ragionamento di un personaggio di nome Louise alla fine di “Altit Wara V”, che si trova come una maglietta di una band perfettamente indossata sia nel set della storia che nella musica su cui si basa.

Questo pezzo di teatro musicale appena scritto è intessuto dalle canzoni dell’album del 2011 di Veronica Maggio “Satan I Cut” e da “Vilja Bli” di Oscar Linrow del 2010. Due acclamati album di rottura svedesi, interpretati come riflessi l’uno dell’altro. , ed entrambi volteggiano, cadono, girano, mentre contemporaneamente si trattengono, cercando febbrilmente di fissare i momenti che passano. Il titolo della raccolta, tratto dal verso di Maggio “Avremo sempre Parigi”, racchiude forse sia un desiderio impossibile sia l’idea che le storie finite sopravvivano sempre in chi c’era.

L’aria vibra di tensioni represse e conflitti irrisolti

Regia di Alexander Mørk-Eidem Insieme a Lisa Ostberg e a una struttura intelligente, ha creato un’opera che in un certo senso racchiude due sottogeneri del musical jukebox chiamato tick box musical: uno è un riepilogo diretto o una forma di concerto e l’altro è una forma musicale narrativa con numeri. storia Lo scenario costruito dagli sceneggiatori permette alla serata di offrire agli appassionati di musica un vero concerto dal vivo con una big band sul palco e quasi tutti i brani dei due album, e una rappresentazione drammatica del rapporto con tante linee parallele per il pubblico amante del teatro. di dolore.

Voglio dire, siamo in uno studio musicale dove una band che si è sciolta dieci anni fa si riunisce lo stesso giorno per registrare un disco di materiale inedito, registrando ogni canzone in una ripresa. Come dice il produttore Gerhard Hobersdorfer, si tratta di “amare l’atmosfera familiare”. L’aria vibra di tensioni represse e conflitti irrisolti. Oppure: “La vibrazione è molto tossica” (ancora Gerhardt).

Naturalmente, il programma serrato consente lo svolgersi di molti più drammi. Dietro i cantanti Oskar e Louis (Oscar Dorink e Louis Peterhoff, sì, tutti i personaggi hanno i veri nomi degli attori, a Mørk-Eidem, si sa, piace metacaricare le sue composizioni) c’è una storia d’amore dolorosa e non guarita. La giovane fidanzata di Oskar, Lina (Anderberg), potrebbe essere nella band. Il marito di Louise, Peter (Gardiner), una sensazionale celebrità della giuria musicale, si presenta nella sua nuova dimora aziendale, macchiata e ariosa. Daniel (Pinkert) è il clown della band. Humpus (Halberg) non è sicuro di quale impegno vuole più dei due protagonisti.

L’energia di benvenuto arriva con scontri e rivelazioni tanto attesi nella band

L’elenco dei brani viene inizializzato Fu organizzata una rissa tra Louis e Oscar. All’inizio ha cantato con riluttanza, sputando un duetto su “Da e con te” di Lynrow. Entra e lo rimprovera direttamente in “Satan Street” di Magio. Vengono assorbiti e si scontrano con la musica. Le due sapientemente mettono in scena performance vocali, che vengono esaltate dai primi piani cinematografici proiettati in sottofondo. Lo strato visivo aggiunto arriva quando Lewis ha una troupe televisiva con lui che produce “contenuti non sceneggiati” su se stesso.

“Always Be Us” oscilla tra presente e nostalgia, malinconia e gioia. I dettagli dello studio visivo e la musica dietro le quinte di Erlend Birkland hanno un’atmosfera da documentario. La scelta delle magliette della costumista Jenny Ljungberg probabilmente non è una drammatizzazione delle vite alterne dei personaggi: la star Louise nel suo Fiorucci bianco con angeli, Oscar nella sua maglietta di merchandising grigia e nera a bassa definizione. Ma con i temi della collezione: nostalgia, nuovi inizi, reunion (un marchio di moda italiano è scomparso e una band americana si è riunita). Hummus bambino invaso che indossa una maglietta per bambini in un bidone della spazzatura.

Il primo atto è il più lungo. Tutte le canzoni devono raccontare una storia? No. A volte è stancante e un po’ confinato in studio. Ma l’energia di benvenuto arriva con conflitti e rivelazioni tanto attese nella band. Tra numeri come “25” e “Genome Eld” di Linro, e “No Dresses” e “Welcome In” di Maggio, la tariffa aumenta. Poi “Altid vara vi” è un grande intrattenitore musicale emotivo che non lascia mai andare la sua presa e ci fa innamorare.

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Veronica Maggio e Oscar Linros si trasformano nel teatro musicale “Altit Vara V”.

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