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Recensione di “Shoot-Cameron Car” al Göteborg City Theatre

La cinepresa del cinema muto è in marcia quando scoppia la guerra

Al Teatro Comunale di Göteborg
Full Ensemble “Shoot – The Camera Goes” al City Theatre di Göteborg.

“Scatto – La fotocamera va” Un set fitto e ben costruito che ruota attorno a qualcosa di strano come la registrazione di un film muto al City Theatre di Göteborg. È stato ambientato nel 1914 e ambientato nel sud Italia. In uno studio di registrazione arioso, palme, trampoli e attrezzatura fotografica pullulano di attori in abiti romani e troupe che oscillano avanti e indietro con le tavole in vero stile Chaplin.

I personaggi sono molto espressivi Cartoni animati, non solo durante le riprese di scene drammatiche di film muti. L’ensemble lavora con grandi pennellate, sia in termini di espressione emotiva che di scala reale. Ci sono grida e gesti, senza i quali sarebbe stato insopportabile Eric Holmstrom Direzione decente. Invece, un piccolo universo viene creato da solo. Il gameplay generale e la generosa galleria dei personaggi fanno respirare Fellini e l’ambientazione ha schizzi vividi. di Coppola I film del padrino.

Karina M Johansson Poiché la diva invecchiata La Nestoroff è assolutamente meravigliosa e presumibilmente eclissata Marta Anderson-Larsons Louisetta innocente. Eric Lundholm Il pretenzioso Fero rende ogni battuta un difetto umoristico nel suo personaggio. Matilde Esselio Si sposta con grazia tra il ruolo di severo marketer e sventurato macchinista. Borgalli, il proprietario di uno studio cinematografico glamour di gangster di Doc Malberg Giovanni Grice Anche i classici registi frustrati sono nodi nel dramma.

Soprattutto galleggianti Futurista interpretato da Dino Oscar Loring. Sogna una nuova arte cinematografica, alla ricerca del senso di ogni cosa. Come una scena strana ma centrale, mostra la sua sperimentazione d’avanguardia davanti a un pubblico potente ma insondabile. Quella che seguì fu una strana sensazione vista la connessione tra i futuristi italiani ei fascisti dell’epoca.

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I punti di vista che ha Prevista vacca da mungere Spartaco La registrazione è parallela a un film muto dal vivo. La recitazione su larga scala si trasforma in un divertimento incomparabile nel classico in bianco e nero, portando applausi spontanei all’inizio del secondo atto. È piuttosto interessante, e se potessi chiamare questo dramma in qualsiasi modo, sarebbero più scene di film. Il secondo atto ne avrebbe beneficiato, a scapito di un dialogo un po’ meno loquace.

“Scatto – La fotocamera va” Un pezzo di commedia onesta. Questo non vuol dire che il dramma non abbia una linea di fondo. Le scene finali presentano una pericolosa tigre in una gabbia, che simboleggia la polveriera in Europa negli anni ’10. Uno del gruppo legge sul giornale Francesco Ferdinando Girato a Sarajevo. Tutti si bloccano per un secondo, ma questo è tutto. Presto il focus è sul mangiare gli spaghetti e sognare di nuovo la fama. Un esempio della quotidianità egocentrica delle grandi masse. Sicuramente i parallelismi negli anni 2010 e il disinteresse per l’invasione russa della Crimea 100 anni dopo.