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Makoto Asahara su Milan-Inter in Champions League

Questo il testo del commento. Analisi e posizioni dello scrittore.

Puoi davvero esibirti in un derby soffocante e in una semifinale di Champions League quando devi scambiare il tuo pezzo d’attacco più importante per Alexis Saylemakers?

No certo che no.

Beh, ora sto diventando un po’ cattivo.

Certo, il giovane e poco lusinghiero belga non dovrebbe essere l’unico, o addirittura del tutto, responsabile del crollo del derby rossonero, in quanto è stata piuttosto una squadra collettiva che ha fallito.

Ma ci si chiede ancora come si sia sentito Stefano Pioli quando ha visto il 23enne vagare sull’orlo del baratro per un’ora (e a volte se la cava ancora bene per gli standard di Saelmaekers, va detto). È stato nello stesso momento in cui la più grande stella d’attacco della squadra, Rafael Leao, sedeva infortunato sugli spalti con un’uniforme elegante e un cappello da pescatore.

Viene da chiedersi cosa stesse pensando Stefano Pioli quando Ismael Bennacer, che durante la stagione era stato così importante sia da punta che da centrocampista, ha iniziato a zoppicare e si è dovuto ritirare dopo appena 18 minuti.

Viene da chiedersi cosa stesse pensando Pioli quando solo l’interno del palo ha impedito a questa doppietta derby di infilare un doppio colpo di testa appena un quarto d’ora dopo.

Serata difficile per il Milan nel derby contro l'Inter.
Serata difficile per il Milan nel derby contro l’Inter.

Ma soprattutto hanno faticato con il 57enne allenatore del Milan, che ha dovuto provare a cucinare la zuppa fino alle unghie prima di uno dei più grandi e importanti ‘Derby delle Madonnine’ che abbiamo mai visto.

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Naturalmente c’era anche la zuppa. Zuppa rosso-nera totale.

Il risultato del sogno dell’Inter

David Calabria avrebbe dovuto fare di più per fermare Edin Dzeko (fantastico tra l’altro) in quell’angolo al nono minuto è un conto.

Ma quando, dopo due minuti, Heinrich Michytarjan è sfrecciato in avanti indisturbato attraverso tutte le parti sconnesse della squadra, potenziali rossi e neri e ha messo un gelido 0-2, ho sentito che questo poteva essere un eccesso.

O sì, è stata una trasgressione.

Il fatto che il Milan fosse probabilmente più “soddisfatto” quando è scattato il segnale dell’intervallo e il punteggio era solo 0-2 la dice lunga sulla forma del primo tempo.

E si fermò 0-2, che è ancora sulla carta come un risultato da sogno per l’Inter da portare con sé nello stesso stadio in poco meno di una settimana. E va ovviamente detto che questa, ancora incredibilmente stabile in coppa, l’Inter di Simone Inzaghi avrebbe vinto la fatica anche contro un Milan incolume.

Ma lo 0-2 potrebbe anche non essere stato poi così male per il Milan visto quello che avrebbe potuto essere di quella fatica (con buona pace del gol decisivo di Sandro Tonali).

Per ora, almeno è ancora vivo fino alla prossima settimana.

Anche se forse non bisogna tenere conto di quanto mercoledì sera l’Inter sia stata più organizzata, esperta, coesa e brava delle rivali.

Nessun interista sembra essere d’accordo ora, ma per fortuna ora è vivo.

Dato che questa semifinale dell’Helmilanese è di per sé un piacere da vivere nei playoff CL 2023.

Spero che Zlatan possa provarlo dal campo

Considerando com’è il mondo del calcio oggi e dove sono i soldi, non è affatto probabile che avremo mai quella classica semifinale di Champions League italiana. E nessuna delle due squadre è riuscita a spaventare il Real Madrid o il Manchester City in vista di una possibile finale tra un mese.

Ma questo era ed è ancora molto di più di due squadre di calcio e dei loro attributi.

Questa è stata la cornice magica assoluta, decorata con il motivo di San Siro di Tivo, che è passata proprio attraverso la finestra. Tale era la sensazione di nostalgia e la gioia di vedere i rossoneri contro i blu e i neri allineati mentre l’inno della UEFA Champions League risuonava dai vecchi altoparlanti della famosa arena. Questo è stato uno dei derby più prestigiosi al mondo sui palchi più incredibili.

Una partita di assoluta dignità che si sarebbe tanto augurato che Zlatan Ibrahimovic, 41 anni, potesse vivere con la sua divisa da campo piuttosto che con un maglione grigio dagli spalti.

Sfortunatamente, non c’è possibilità che il destino dello svedese cambi per tornare. Ma si spera, comunque, che Rafael Leao non debba unirsi a Zlatan martedì.

Almeno mezzo millimetro in più basta così Pioli non dovrà comunque ribollirsi le unghie.