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Una nuova tesi sulla patologia tau nella malattia di Alzheimer e in altre demenze

Una nuova tesi sulla patologia tau nella malattia di Alzheimer e in altre demenze

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Mona Lisa Mallarte, dottoranda presso il Dipartimento di Geriatria Clinica, NVS. Foto: Annika Klems.

L'obiettivo principale di questa tesi era chiarire la patologia tau in relazione all'invecchiamento e alla demenza, con particolare attenzione alle tauopatie come il morbo di Alzheimer (AD), la degenerazione corticobasale (CBD) e la paralisi sopranucleare progressiva (PSP). Abbiamo utilizzato un approccio traslazionale che spaziava dai dati di imaging PET in vitro a quelli in vivo. Abbiamo anche studiato le relazioni tra tau-PET e altri marcatori associati alla demenza, utilizzando un approccio PET multimodale.

Quali sono i risultati principali?

I nostri dati umani in vitro/in vivo hanno dimostrato l’efficacia dei tag tau-PET di seconda generazione 3H-MK6240 F 3H-PI2620 nel distinguere tra morbo di Alzheimer e cervelli di controllo e nella sua capacità di distinguere tra morbo di Alzheimer ad esordio precoce e tardivo. Inoltre, lo studio ha rivelato variazioni interregionali e individuali… 3Specificità di H-PI2620 nel tessuto cerebrale CBD e PSP. Abbiamo mostrato entrambi i segni PET interattivi per l'astrologia 3h-deprenile f 3H-BU99008 aveva un bersaglio molecolare sottostante coerente nella patologia AD, CBD e PSP e che i marcatori PET dopaminergici potrebbero essere strumenti preziosi per differenziare il CBD dalla patologia PSP.

Il nostro studio multimodale in vivo ha aggiunto prove che oltre ai tradizionali marcatori di AD di Aβ e tau, una serie di biomarcatori, tra cui infiammazione e danno neuronale, dovrebbero essere presi in considerazione quando si identificano strategie precoci e di intervento nell’AD.

In che modo queste nuove conoscenze possono contribuire a migliorare la salute umana?

Analizzando le proprietà leganti dei marcatori PET, la nostra ricerca può portare a una migliore comprensione dei dati PET nella tubulopatia e a una diagnosi precoce, che potrebbe portare a trattamenti più efficaci.

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cosa farai adesso cosa fai adesso? Continuerai a fare ricerca?

Sì, assolutamente, e ho intenzione di continuare la ricerca sulle malattie neurologiche, concentrandomi sull'imaging del cervello. Credo che l'imaging cerebrale sia una delle chiavi per individuare precocemente i segni di una malattia del prosencefalo, ed è questa la direzione in cui mi sto dirigendo.