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Più gas da Algeri, quindi rispondiamo a Putin.  Ho subito ottenuto tre miliardi ...

Più gas da Algeri, quindi rispondiamo a Putin. Ho subito ottenuto tre miliardi …

La “reazione importante” è quella di “ridurre la dipendenza” dall’obiettivo strategico. gas russo. È stato consegnato ieri Mario Tracy Chi, visita l’annuncio AlgeriaAnnunciando la firma di un accordo congiunto con il presidente algerino Abdel Majid Tabun. Un aumento del 50% delle esportazioni di gas naturale verso l’Italia è un fattore chiave nell’accordo di joint venture tra Eni e Sonatrach (compagnia petrolifera controllata dal governo algerino).Italia.

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Ovvero, dei 21 miliardi di metri cubi di gas importati nel 2021 (21% delle nostre importazioni, 40% rispetto ai russi), circa 30. Alla fine saranno parzialmente garantiti quasi 10 miliardi di volumi in più. 2022 – 3 miliardi subito, il resto fino al 2023 e poi un flusso continuo – tramite il gasdotto Transmed che collega la costa nordafricana con Masara del Vollo in Sicilia. “Il governo – ha annunciato il presidente del Consiglio – vuole proteggere cittadini e imprese dalle conseguenze del conflitto”.
Un’iniziativa decisiva per liberarsi da Mosca, la cui istituzione esiste da più di un mese. Il 28 febbraio, quattro giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è recato per la prima volta in Algeria (l’accordo è stato ufficialmente firmato dall’attuale ministro del Cambiamento Roberto Cingolani e amministratore delegato di Ines Claudio Descalchi).

fallo

Sullo sfondo, però, c’è l’idea di un rapporto di lavoro sfrenato con il gas. “L’Italia è pronta a collaborare con l’Algeria per sviluppare le energie rinnovabili e l’idrogeno verde. Vogliamo accelerare il trasferimento di energia e creare opportunità di crescita e occupazione”, ha affermato Draghi. Ma si parlava di cibo agricolo, elicotteri, “approvvigionamento idrico nel deserto, aumento della produzione di grano e costruzione di navi da pesca d’altura”. Un fatto. La visita del presidente Sergio Matterella nel novembre dello scorso anno non è stata solo dovuta alle “profonde radici” nelle relazioni tra i due Paesi, ma ha anche consentito lo scambio tra personaggi storici come il fondatore Enrique Matteo e la stimata comunità italiana. Vive in Algeria (prima di cenare con Drake Dupon e di recarsi a Roma, lui le ha assicurato l’assistenza dello Stato e l’ha incontrata nel pomeriggio).

un accordo

Soprattutto – ma in modo meno simbolico – ci sono alcune emergenze in Algeria che si allineano agli interessi italiani. Nell’agenda di Algeri c’è la correzione delle relazioni con la Spagna (il conflitto diplomatico sul riconoscimento del Sahara occidentale da parte del Marocco) e la riduzione della dipendenza economica dall’estrazione del gas. Il primo punto è uno scambio più o meno equivalente. Prima della crisi, Madrid ha tenuto colloqui con l’Algeria per aumentare le forniture di gas. Ma il secondo punto riguarda la disponibilità delle riserve di gas algerine. Quelli in uso sono esauriti, le alghe hanno bisogno di nuove ricerche e hanno bisogno di diversificare il loro mix energetico investendo nelle rinnovabili (il governo ha lanciato un piano per raggiungere 15.000 megawatt di capacità delle celle solari entro il 2035). Eni è un’azienda leader e verticale che supporta Sonatrack. Un’opportunità per le aziende italiane. Anche perché la penisola potrebbe diventare la spiaggia europea del Tgsp, che collega la Nigeria e l’Europa attraverso l’Algeria. Chissà se Taraji, che ha parlato con gli italiani ad Algeri, non l’abbia menzionato: “Se i Paesi del sud Europa fossero collegati alle coste meridionali del Mediterraneo, sarebbero probabilmente un centro di energia elettrica generata da elettricità e gas rinnovabile. O anche petrolio, dove le alghe – parte del cartello petrolifero dell’OPEC – sono più ricche (si diceva che ieri nell’OPEC avesse aumentato l’offerta dell’UE).
I progetti sono tanti, e infatti sono pronti due nuovi incontri. A fine maggio DePhone ha visitato l’Italia, dopodiché il 4° Summit Intergovernativo si terrà ad Algeri dal 18 al 19 luglio. Non solo quello. E in “Altri seguiranno”, riferendosi alle misure per ridurre i pregiudizi russi, c’è l’indicazione della chiusura di ieri di parte dell’intervento nel palazzo presidenziale, l’inizio della “Strada africana” di ieri, che si svolgerà il prossimo aprile. Principalmente per Mozambico, Congo e Angola.

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