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Le milizie iraniane sono state viste sparare nelle case

Le milizie iraniane sono state viste sparare nelle case

“Giuriamo su Dio che se necessario decapiteremo anche le nostre stesse famiglie”.

Il messaggio è arrivato da un comandante delle forze di sicurezza iraniane ed è stato ripreso da un altoparlante nella zona residenziale di Akbatan nella parte occidentale di Teheran alla fine di ottobre, secondo un videoclip diventato virale sui social media, secondo quanto riportato dal sito di notizie. Al-Monitor.

La clip è stata distribuita anche dall’agenzia di stampa pro-regime Fars, secondo la quale la voce udibile è un’espressione della volontà di forzare per proteggere la Repubblica islamica dell’Iran ad ogni costo.

In un’altra sezione Che si diceva mostrasse la stessa area quella sera, le forze di sicurezza hanno sparato sui complessi di appartamenti.

continua a urlare

Durante le proteste a livello nazionale che sono durate per più di sette settimane in Iran, molti iraniani hanno partecipato cantando slogan contro la dittatura dalle loro case. E anche a Ekpatan, dove i residenti sono testimoni di come le finestre delle case sono state distrutte dai lacrimogeni dei miliziani di Baselj.

Un uomo delle forze di sicurezza ha gridato in un megafono a Chitgar, un altro quartiere nella parte occidentale di Teheran, ha riferito Al-Monitor, prima che la forza iniziasse a sparare in aria.

Nello stesso video, senti come i residenti continuano a cantare slogan di protesta.

I pericoli della pena di morte

Perché nonostante la risposta violenta del regime – secondo l’organizzazione iraniana per i diritti umani con sede a Oslo, sono stati segnalati più di 300 morti, inclusi più di 40 bambini – non ci sono segni di rallentamento delle proteste.

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Secondo diverse organizzazioni per i diritti umani, decine di migliaia di manifestanti sarebbero stati arrestati. Sono previsti processi pubblici di massa per circa 1.000 manifestanti a Teheran, molti dei quali sono accusati di “guerra contro Dio” e complotto contro la Repubblica islamica, punibile con la morte in Iran.

In una dichiarazione letta dal parlamento iraniano, 227 membri hanno chiesto alla magistratura di giustiziare i manifestanti arrestati, secondo il canale di notizie dell’opposizione. Internazionale dell’Iran.

Correttore: in una versione precedente c’era una formulazione fuorviante sull’attentato.

Le proteste non accennano a placarsi. Foto inviata all’Associated Press, scattata a Teheran il 27 ottobre. Foto: AP/TT

Quando il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran fu formato poco dopo la Rivoluzione Islamica del 1979, aveva lo scopo di proteggere la nuova teocrazia da potenziali tentativi di colpo di stato, in particolare da parte dell’esercito nazionale iraniano. La lealtà spetta anche al regime religioso, non al popolo iraniano.

Sotto l’egida delle Guardie Rivoluzionarie c’è la cosiddetta milizia Basij, che consiste in reclute volontarie, oltre al loro regolare lavoro, pronte a difendere la Repubblica Islamica.

Sono loro che si vedono in molti video che circolano ora dall’Iran, dove i manifestanti vengono attaccati senza pietà con manganelli, pistole stordenti e talvolta anche colpi affilati. Quelli reclutati nella milizia sono spesso persone povere che obbediscono letteralmente agli ordini con la promessa di un tenore di vita più elevato. A molti è stata insegnata fin dall’infanzia la dottrina della lealtà al sistema, qualunque cosa accada.