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Influenza aviaria: un grave problema di sanità pubblica – Nazioni Unite

Influenza aviaria: un grave problema di sanità pubblica – Nazioni Unite

La continua diffusione globale delle infezioni da “influenza aviaria” sia ai mammiferi che agli esseri umani rappresenta un grave problema di salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (da).

Lo ha detto il dottor Jeremy Farrar, capo scienziato dell'Organizzazione mondiale della sanità Virus dell'influenza aviaria – noto anche come H5N1 – ha registrato un tasso di mortalità estremamente elevato tra le diverse centinaia di persone finora infettate.

Ad oggi non è stata registrata alcuna trasmissione da uomo a uomo del virus H5N1.

Ha affermato: “Il virus H5N1 è un'infezione influenzale iniziata principalmente nel pollame e nelle anatre e si è diffusa efficacemente negli ultimi due anni fino a diventare una pandemia animale globale”.

“La grande preoccupazione, ovviamente, è che non sono solo le anatre e i polli ad essere infetti, ma ora sempre più mammiferi, e il virus si sta evolvendo e sviluppando la capacità di infettare gli esseri umani e, cosa ancora più importante, la capacità di farlo trasmettere da uomo a uomo”.

Ci sono un sacco di mucche al pascolo fuori
Le mucche pascolano vicino a una piattaforma di trivellazione in Texas, USA. Foto: Unsplash/Donald Giannati

Segreto del bestiame

Commentando l’epidemia in corso del virus H5N1 tra le mucche da latte negli Stati Uniti, l’alto funzionario dell’OMS ha chiesto un maggiore monitoraggio e un’indagine attenta da parte delle autorità sanitarie pubbliche, “perché potrebbe evolversi e diffondersi in modi diversi”.

Ha aggiunto: “Le strutture di mungitura delle mucche producono aerosol? È l'ambiente in cui vivono? È il sistema di trasporti che diffonde tutto questo in tutto il paese? Questa è una grande preoccupazione e penso che dobbiamo… assicurarci che se l'H5N1 inizia a infettare le persone, da persona a persona, siamo in grado di rispondere immediatamente con un equo accesso ai vaccini, alle cure e alla diagnostica.

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Lo sviluppo di vaccini non è “dove dobbiamo essere”, avverte il capo scienziato dell’OMS