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Il Papa ha ringraziato il cardinale Simone, il martire vivente

Il Papa ha ringraziato il cardinale Simone, il martire vivente

Mercoledì era presente all'udienza generale il cardinale Ernest Simoni, imprigionato, perseguitato e minacciato di morte per 28 anni durante il regime comunista. Il Papa lo ha ringraziato per la sua testimonianza e il suo lavoro per la Chiesa fino ad oggi, senza perdere il coraggio.

Catarina Agorilios – Città del Vaticano

La prima volta che il mondo ha visto piangere Papa Francesco è stato quando, durante il suo primo viaggio internazionale in Albania nel settembre 2014, in un incontro con i sacerdoti del Paese, ha ascoltato la testimonianza di padre Ernest Simone Trochani. Questo anziano sacerdote della diocesi di Scutari Bolt ha trascorso circa 28 anni tra carcere, torture, minacce di morte e lavori forzati durante la persecuzione del regime di Enver Hoxha – che dichiarò l'Albania “il primo Paese ateo al mondo”. Quando raccontò a padre Simone, l'unico sacerdote rimasto, di questo momento difficile, il Papa pianse e lo abbracciò a lungo. Due anni dopo, il Papa nominò cardinale padre Simone.

Ci sono molti martiri oggi

All'udienza generale di mercoledì 14 febbraio era presente il cardinale Simone, seduto accanto al Papa nel salone dei ricevimenti del Vaticano. Dopo l'educazione cristiana e salutando in varie lingue, il Papa si è recato dal Cardinale.

“Tutti abbiamo letto e ascoltato le storie di molti dei primi martiri della Chiesa. E anche qui, dove ora si trova il Vaticano, c'è un cimitero e molti di loro furono giustiziati e sepolti qui – negli scavi trovi queste tombe. Ma anche oggi ci sono molti martiri in tutto il mondo, forse più di quanti ce ne fossero all'inizio. “Ci sono molte persone che vengono perseguitate a causa della loro fede”.

“I testimoni hanno parlato in modo naturale e modesto, come se stessero parlando della vita di qualcun altro.”

Il Papa ha proseguito oggi: «Mi permetto di rivolgermi in particolare al martire vivente», il cardinale Simone. “Come sacerdote e vescovo, ha trascorso 28 anni in carcere, nel carcere comunista in Albania, durante il periodo più crudele della persecuzione”, ha detto il Papa. Oggi il cardinale albanese «continua a dare testimonianza e con lui tanti altri».

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“Ora ha 95 anni e continua a lavorare per la Chiesa senza perdersi d'animo. Caro fratello, grazie per la tua testimonianza. Grazie!”

Parole del Papa nel viaggio di ritorno da Tirana

Durante la Quaresima, il Papa ha rivolto un appello particolare a non dimenticare «i martiri di Ucraina, Palestina e Israele, che soffrono tanto» e coloro che «soffrono per la guerra», ricordando le sue parole ai giornalisti durante il viaggio di ritorno dall'Albania 10 anni fa:

“Sentire un martire parlare del suo martirio è molto commovente. Penso che siamo stati tutti commossi da questi testimoni che parlavano in modo così naturale e modesto e che sembravano raccontare storie della vita di qualcun altro”.