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Un gioco di ombre malinconico e un caldo concerto di Natale italiano

Il fascino del concerto di Natale come genere sono le canzoni prevedibili e suonabili. Ma se sei stanco della neve musicale, è rinfrescante quando il Baroque Ensemble Concert Copenhagen apre le porte alla musica strumentale associata al servizio natalizio durante l’età d’oro del barocco italiano. “Per la notte di natale” è stato pubblicato su disco con grande successo di critica nel Natale dell’Epifania 2020, e ora che è possibile festeggiare davvero il Natale, il gruppo lo porta in tour.

Manfredini, Vivaldi, Locatelli e Corelli furono virtuosi e kabelmeister conosciuti in tutta Europa, occasionalmente legati a corti principesche, Città del Vaticano o Venezia. Ma mentre il Palladium, con i suoi lampadari di cristallo e le pitture del soffitto, può imitare la sala del palazzo, bisogna usare le orecchie per immaginare l’ambientazione sacra dei loro “Concerti di Natale”. Ciò che non si vede nella stanza si sente nella musica: il dramma della liturgia cattolica crea il mistero del Natale. Senza di esso, il pubblico è in qualche modo abbandonato, in bilico come angeli sopra il carro armato, in attesa di una lettura biblica o di un canto di massa.

Ovviamente lo sarebbe Il famoso concerto in sol minore dell’Arcangelo Corelli, “Notte di Natale”, con il suo grazioso adagio e l’aforisma crepuscolare che scivola dolcemente; Ma anche nel Concerto in do maggiore di Manfredini e nella Ciaccona di Brescianello la conclusione è quasi incomprensibile. Lars Ulrik Mortenson indica il rilassamento attraverso il suo linguaggio del corpo, quindi osiamo ammirarlo. Ci stiamo ancora divertendo, ma la musica è sottomessa alla storia del Natale, e la musica è piena di frenetici giochi di ombre e calore avvolgente, e riflette un riflesso musicale del messaggio di pace infranta.

Un ensemble di dieci archi e un fagotto barocco suona in piedi con un legato scorrevole. Ma l’esibizione del primo violino Friedrich Frum nello scintillante concerto in mi maggiore di Vivaldi lascia un’impressione tagliente, come se non avesse il coraggio di abbracciare l’alone più gentile della musica. Un’impressione molto vivace è stata fatta dalla sua compagna di duetto Antina Hugoson nel Concerto Grosso di Manfredini. Lars Ulrik Mortensen, direttore artistico da 23 anni, nota l’esecuzione espressivamente minuziosa della frase risplendentemente accentata dall’organo portatile.

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