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Recensione: “Conversazione con Duras” di Leopoldina Pallotta della Torre – Notizie Cultura in P1

Recensione: “Conversazione con Duras” di Leopoldina Pallotta della Torre – Notizie Cultura in P1

L’estate è un buon momento per leggere e leggere di Marguerite Duras. Forse il mare sempre ricorrente, tutte le spiagge, le località balneari e il caldo spesso intenso nei suoi romanzi.

Ma quest’estate mi sono immerso in un altro, rinfrescante, libro di interviste, “Conversazioni con Duras” della giornalista italiana Leopoldina Ballotta della Torre, e dopo tanti tentativi, ho avuto il primo incontro, che ha portato conversazione dopo conversazione. Presso la residenza Duras in rue Saint-Benoît a Parigi.

Vedo davanti a me come l’insegnante, piccola ma pesante, si siede su una sedia, fuma e fissa irragionevolmente il giornalista che la intervista.

Anche se presto divenne chiaro che lei l’accettava.

Perché le risposte sono oneste. Quando Duras parla della sua educazione nell’Indocina francese, dice di aver avuto un rapporto difficile con sua madre, da cui provengono tutti i suoi scritti, e che gli ha fatto conservare qualcosa di selvaggio nella sua vecchiaia. Vita e letteratura fluiscono insieme.

I dialoghi forniscono nuove chiavi ai romanzi, non ultime le informazioni dettagliate sul suo ultimo libro rivoluzionario, “The Lover”, che ha scritto sotto la rubrica “An Enormous Delight”.

Diventa doloroso quando Duras parla di suo figlio in un modo stranamente insensibile. È oscuro quando esprime la sua visione dell’omosessualità, ma come in tanti luoghi, è accolta con acutezza dal giornalista di fronte a lei.

Altrimenti, è facile ridere dei commenti incisivi di Dura. Ha iniziato a fare film perché c’erano così tanti brutti film basati sui suoi libri. “Non può essere troppo male”, pensò.

Sono rimasto sorpreso che fosse inaspettato sentire uno scrittore maschio più anziano disapprovare tutti tranne se stesso in questo modo. Forse è per questo che questo libro mi emoziona così tanto.

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Il traduttore francese afferma giustamente nella prefazione che questa è un’intervista solida senza colpi di scena e, a differenza di altre interviste di Duras, non perde gran parte della sua ammirazione per Duras.

Quando è stato finalmente pubblicato in francese nel 2013, è facile capire che il libro è stato un successo letterario in Francia.

Perché il risultato è una piccola gemma frizzante ma allo stesso tempo ruvida.

Leggerlo è come scoprire un romanzo inedito di Marguerite Duras, un libro che vale la pena rileggere la prossima estate.