venerdì, Dicembre 6, 2024

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Nuovo studio: l’ibuprofene non aggrava i sintomi della malattia di Covid-19

Un nuovo studio ha rivelato che l’assunzione di farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene non aumenta il rischio di contrarre gravemente COVID-19.

Lo studio, pubblicato sulla rivista medica Lancet Rheumatology, è il più grande fino ad oggi in questo settore e non mostra un aumento del rischio di tipo grave di Covid-19 o di morte per malattia tra le persone che assumono, ad esempio, Ipren.

All’inizio della pandemia Corona, c’era la preoccupazione che gli antidolorifici che bloccano anche l’infiammazione, chiamati FANS, potessero esacerbare la condizione COVID-19. Tra l’altro, il ministro della Salute francese è uscito esortando le persone a scegliere il paracetamolo in caso di febbre.

Sicuro da usare

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia contro l’automedicazione con l’ibuprofene.

Ma i ricercatori del nuovo studio non sono riusciti a vedere alcun effetto del genere.

L’autore principale afferma: “Ora abbiamo una chiara evidenza che i FANS sono sicuri da usare nei pazienti con Covid-19, il che dovrebbe assicurare a medici e pazienti che possono continuare a usarli nello stesso modo in cui erano prima dell’inizio dell’epidemia”. Owen Harrison, Professore all’Università di Edimburgo, in un comunicato stampa.

Lo studio ha incluso 72.000 pazienti con virus Covid-19 che sono stati trattati in ospedale, di cui poco più di 4.200 hanno assunto FANS prima della loro degenza ospedaliera. La proporzione di coloro che sono morti è stata essenzialmente la stessa: il 30,4% tra coloro che hanno assunto il farmaco, rispetto al 31,3% tra coloro che non l’hanno fatto.

Secondo lo studio, anche coloro che assumevano antidolorifici antinfiammatori non avevano bisogno di cure respiratorie più frequenti o simili.

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Nessun consiglio

Lo studio è stato condotto nel Regno Unito, dove l’ibuprofene è il farmaco antinfiammatorio non steroideo più popolare. Pertanto non è chiaro se i risultati siano ugualmente applicabili nei paesi in cui vengono utilizzate altre forme di farmaci.

Lo studio inoltre non ha mostrato per quanto tempo i pazienti hanno assunto antidolorifici antinfiammatori e se li hanno presi per una grave condizione cronica o per sintomi temporanei.