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La potente flotta ombra aggira l’embargo petrolifero imposto dall’Occidente

I vettori carichi di petrolio che operano nella zona grigia – la flotta ombra – assicurano il successo della Russia nell’eludere le sanzioni imposte dall’Occidente.

“Con dispiacere dell’Occidente e con sollievo della Russia, scopriamo che la nuova ‘infrastruttura ombra’ per la spedizione e il finanziamento è solida ed estesa”.

Scrive L’economista che ha esaminato più da vicino come la Russia è riuscita a manovrare dopo l’embargo imposto dalle potenze occidentali sul petrolio russo trasportato dal mare.

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Il 5 dicembre è entrato in vigore il divieto di importare petrolio russo in mare, il che significa che le navi mercantili russe che trasportano “oro nero” possono utilizzare compagnie di logistica e assicurazioni nei paesi occidentali solo se il prezzo del carico è inferiore a 60 dollari. per ogni. botte.

Presto arriverà il momento di un nuovo pacchetto di sanzioni

Tra pochi giorni, il 5 febbraio, entrerà in vigore il prossimo pacchetto di sanzioni che riguarderà il gasolio russo e altri prodotti raffinati.

Dall’Occidente, la speranza è che le sanzioni prosciughino le casse di guerra della Russia, ma niente funziona di più poiché sono emersi attori ombra che si assicurano che le spedizioni di petrolio russo in mare siano mantenute in vita.

Questi “nuovi arrivati” nel settore, come li chiama The Economist, sembrano non avere sede a Ginevra, ma a Hong Kong o Dubai.

Quando il primo pacchetto di sanzioni è diventato realtà all’inizio di dicembre dello scorso anno, ha colpito inizialmente la Russia.

Ma da allora, l’industria petrolifera russa è “ripresa ai livelli visti l’ultima volta a giugno”, secondo questa recensione.

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La Flotta Ombra trasporta il petrolio russo in Cina e in India

Soprattutto, si dice che Cina e India importino petrolio russo vietato, mentre il petrolio spedito dalla Russia è ora più difficile da rintracciare, secondo la mappa.

Vengono utilizzate petroliere un po’ inadatte alla navigazione dall’Iran e dal Venezuela e queste navi spengono i loro transponder per passare sotto il radar.

“Sono rinominati e ridipinti, a volte più volte per volo. Spesso passano attraverso terminal affollati dove il loro greggio è mescolato con altri, rendendo difficile il rilevamento”.

Questa zona grigia di sospette spedizioni petrolifere russe in mare – e su una scala definita industriale – non solo sta fratturando l’intero sistema energetico globale, ma è “pericolosa”, afferma The Economist.

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