In molte regioni vinicole d’Europa, è stato congelato all’inizio di aprile. Pertanto, la Francia, l’Italia e altre parti sono state duramente colpite dal gelo e in alcuni luoghi hanno perso l’80% del raccolto di quest’anno.
Le viti possono tollerare inverni abbastanza freddi, ma i nuovi germogli sono più sensibili tra aprile e giugno. Se la temperatura è inferiore a zero, si congela e cade a terra.
L’organizzazione nazionale del vino francese, CNIV, ha affermato che l’80% delle regioni vinicole francesi sono interessate, da Bordeaux e Borgogna a Rodano e Loira.
“Dal cinquanta all’ottanta per cento dei vigneti sono stati danneggiati, e non sono sola”, dice Agnes Baquet, che gestisce un vigneto con lo stesso nome in Borgogna.
Quello che speriamo è che la seconda gemma salverà parte del raccolto, anche se la seconda gemma produce meno uva e spesso una maturazione non uniforme.
I danni in Italia sono ingenti
Il danno è significativo anche in Italia. Zone popolari come Montepulciano, Chianti Classico e Montalcino furono influenzate. Anche a Bulgari, lungo la costa toscana, le temperature sono scese sotto lo zero. Qualcosa di insolito in tarda primavera.
Il pericolo maggiore sono le vigne più giovani e le vigne situate nelle valli umide. Allora cosa si può fare per prevenire il gelo?
Potare le viti il più tardi possibile durante l’inverno ritarda il germogliamento e quindi le gelate primaverili possono essere evitate. Anche potando la vite verso l’alto, era meglio che si adattasse al gelo, essendo la più vicina al terreno.
Luce per riscaldare l’aria
Nelle regioni vinicole che sono spesso colpite, come Champagne e Chablis, esistono diversi metodi di protezione. Molti di noi hanno visto bellissime foto di stufe a gas e candele spente nei vigneti di notte per riscaldare l’aria. Può aumentare questa temperatura di cinque gradi, ma richiede tempo e non sempre è efficace.
Un altro modo è spruzzare i boccioli con acqua, in modo che mettano la neve che proteggerà dal gelo. Qui, tuttavia, è imperativo che tu abbia abbastanza acqua e attrezzature per essere in grado di spruzzare acqua su aree più grandi. C’è anche chi usa stufe a gasolio, cavi elettrici per il riscaldamento in vigna e persino elicotteri che soffiano via l’aria fredda. Gli ultimi tre metodi potrebbero non essere i più economici o rispettosi dell’ambiente.
(Åsa Johansson è una scrittrice di vini per Allt om Vin, soggiornando in Italia)
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