TecnoSuper.net

Informazioni sull'Italia. Seleziona gli argomenti di cui vuoi saperne di più

Vende arte invisibile – per 100.000 corone

Il vento non è arte, vero?

O così sembra.

Dopotutto, qualcuno ha comprato un’opera d’arte inesistente per 150.000 corone svedesi.

Vento strano o arte ariosa?

Foto: Scatola dei colori

L’artista italiano Salvador Carav ha recentemente venduto una scultura per 150.000 corone svedesi. Prezzo richiesto SEK 60.000-90.000. Ma l’asta ha alzato il prezzo finale.

Il fortunato acquirente non deve assumere una società di trasporti per portare a casa l’opera d’arte. Quello che ottiene è un certificato di autenticità – una nota firmata da Salvador Carav. Quella e un’istruzione: il lavoro deve essere posizionato su una superficie aperta di 150 x 150 cm.

Ma ti starai chiedendo su quale materiale ha lavorato Salvador Caravo. L’albero? Metallo? Ceramica? Senza aria. Soprattutto vuoto.

“Niente” pesa niente

L’opera d’arte intitolata “Io Sono” italiana per “I Yes” è invisibile. Ma secondo Salvador Cara, è un vuoto energetico.

– Il vuoto non è altro che uno spazio energetico. Secondo la politica incerta di Heisenberg, “niente” ha un peso. Pertanto, il condensatore ha un’energia che può essere convertita in particelle, ovvero ciò che Karaw aveva detto in precedenza su una delle sue prime sculture immature.

Se non capisci cosa significa Karao, non sei solo.

“Fatto di aria e spirito”

All’inizio di quest’anno ha “esposto” un’altra scultura immateriale intitolata “Buddha Thoughts” a Milano. Per lo spettatore in alto, l’opera consiste solo in una scatola battuta sul pavimento. Ma l’artista dice che c’è una scultura da qualche parte all’interno della scatola.

– Esiste e sarà sempre in questo posto. Potresti non vederlo, ma lo è. Salvador Carav dice che era fatto di aria e vapore.

Questa scultura attiverà la nostra immaginazione, che è una forza presente in tutti noi, dice.

– Dopotutto, Salvador Carav dice che abbiamo creato un dio che non abbiamo mai visto.

Pubblicato:

READ  La Spazzatura di Torino motivo di una mostra sulla Passione di Gesù