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Un nuovo studio mostra come il virus della febbre emorragica Crimea-Congo entra nelle nostre cellule

Un nuovo studio mostra come il virus della febbre emorragica Crimea-Congo entra nelle nostre cellule

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Ali Mirazimi. Foto: Martin Stenmark.

– Quando sappiamo quale recettore utilizza il virus, possiamo produrre il recettore in provette e somministrarlo come farmaco. Quindi possiamo indurre il virus a legarsi a quei recettori invece che alle cellule, impedendo così al virus di diffondersi nel nostro corpo, dice.

È importante sapere se la malattia diventa più comune e si diffonde in nuove aree. Di solito ci vogliono molti anni per sviluppare un farmaco, ma la pandemia di COVID-19 e lo sviluppo di un vaccino contro la SARS-CoV-2 hanno dimostrato che i tempi possono andare molto più velocemente se tutti decidono che è una priorità.

Le zecche vengono diffuse dagli uccelli migratori

Questo è un passo importante nella nostra preparazione contro la malattia. La febbre emorragica Crimea-Congo è una malattia che preferiremmo non avere. Le zecche vengono diffuse dagli uccelli migratori e sono già state trovate in Svezia. Se la malattia inizia a comparire in più luoghi, potremmo già avere un farmaco da sottoporre a sperimentazione clinica, afferma Ali Mirazimi.

La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Università di Medicina di Vienna, Austria, il Centro Helmholtz per la ricerca sulle infezioni, Germania, il National Institutes of Health, USA e JLP Health. I principali finanziatori sono il Consiglio svedese della ricerca e l’Unione europea. Non sono stati segnalati potenziali conflitti di interesse.

Editoria

Il virus della febbre emorragica Crimea-Congo utilizza LDLR per legarsi ed entrare nelle cellule ospiti“, Vanessa M. Montiel, Shane C. Wright, Matthews Dyczynski, Max J. Kellner, Sophia Appelberg, Sebastian W. Platzer, Ahmed Ibrahim, Heesu Kwon, Ioannis Petarokoilis, Mattia Mirandola, George Michelits, Stephanie Devinot, Elizabeth Elder, Samir Abdelrahman, Sandor Peretzky, Benur Baci, Sonia Johnan, Theodor Astrup, Volker M. Lauschke, Cristiano Salata, Nazif Aldi, Friedemann Weber, Nuria Monserrat, David W. Homann, Heinz Feldmann, Moritz Horn, Josef M. Benninger, Ali Mirazimi, Microbiologia della naturaonline il 28 marzo 2024, doi: 10.1038/s41564-024-01672-3.

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