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Mr. Tayeb: «Per” La Grande Bellezza “ho deciso di tuffarmi di nuovo»

il bagnino Maurizio Palmulli voleva ritirarsi, ma il regista lo ha voluto in un queo

Mr. Tayeb: «Per “La Grande Bellezza”
la decisione di tostare armi di nuovo »

L «Guardiano del Golfo» Spqr chiamato da Sorrentino: quel salto
a Capodanno da ponte Cavour è “una tradizione di Roma”

Maurizio Palmoli Punta CavourMaurizio Palmoli Punta Cavour

Visto che nella pellicola compare anche lui, “Mister Ok”, al secolo Maurizio Palmulli, il bagnino di Ostia che ogni San Silvestro si tuffa da ponte Cavour, forse bisognerebbe rifare il conteggio ufficiale dei comei visti ne «La Grande Bellezza», l’ Affresco felliniano sull’Urbe tracciato da Paolo Sorrentino che sta furoreggiando nei cinema di tutta Italia.
Si, il primo l’iscrizione è ad alto livello di ammirazione: quello di Fanny Ardant, bellezza pozzafiato e senza tempo che il protagonista Jep Gambardella incrocia di notte, smilerione ed enigmatica, sulla scalinata di via Liguria. Poi il secondo, Antonello Vendetti. E il terzo, e “Re dei fotografi” Rino Barillari fa parte del suo stesso a Via Veneto. Per lui dieci secondi in tutto. Basta per rubari quell’instantanea di unpadre che piange la morte della figlia sieropositiva, impersonata da Sabrina Ferilli. Infine il quarto, mezzo nascosto in una dissolvenza-cartolina sul Tevere, e pur sempre a tutti gli effetti. Ovvero quello dell’ex bagnino dei “cancelli” di Castelporziano (oggi in pensione) che Roma meglio conosce comes “mister Ok”.

Mr. Tayyab a Canuta Ostia Mr. Tayyab a Canuta Ostia

Salto Nell Tefer –Quel tuffo nelle acque gelide del Tevere con cui dal 1996 The Bay Watcher sono noantri ogni San Silvestro saluta l’anno (Guarda video) che si chiude è un evento registrato in tutte le guide turistiche dell’Urbe, da Tokyo a New York. Capelli da pirata salgariano, 61 anni, pelle cotta dal sol e una simpatica faccia canagliesca che non si scorda, in bilico tra spaghetti western e «Otto e mezzo». E che a Sorrentino è piaciuto molto, tanto da trasciarla dentro al film. Palmuli racconta che il regista lo ha chiamato perché voleva «vedè cose sulle tradizioni di Roma. “Ammazza, per me è un grande onore, ‘sta cosa mi piace'”, ho risposto. E ho accettato. Figurasi: pensiero de nun tuffamme più. Che per lui c’ho ripensato».

Mr Ok sta per tuffarsi, in dietro di lui fotografiaMr Ok sta per tuffarsi, in dietro di lui fotografia

Raw 5 e 45: Deserto urbano – «Mister Ok» si è tuffato da ponte Cavour in un orario per lui inconsueto: le 5 e 45 della mattina, e non le 12 programmate nel rito di fine anno. L’Urbe doveva essere per forza deserta, sospesa in quel sogno surreale privo di caos, rumore, traffico e gente a spasso dipinto nella «Grande Bellezza». «Con Sorrentino ho parlato di luce, sfondi, inquadrature. In fondo pure io mi sento un po ‘regista – gonfia il petto il bagnino – dato che cerco sempre il modo migliore per reprimdere i miei tuffi con la videocamera».

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C’è un ponte di cavità
Rcd


Kanota Rosa – Per un trentennio abbondante Palmulli ha indossato la canotta rossa dei bagnini Spqr, quelli del Campidoglio. Razza coriacea e strana, dal Dna molto romano a pensarci: sempre accusati di avere un discutibile rapporto con il cartellino da timbrare ma capaci di vincere regulare i campionati del mondo di salvataggio a mare, eettendo in riga i nerborusti rivali. Senza contare quelle vite salvate per davvero, a centinaia, buttandosi a «tomba aperta» nelle burrasche di Castelporziano e Capocotta. Posti dove, tra l’altro, il cinema, regulare passato in modo leggendario. Il neorealismo rosa di Emmer, il «Casotto» di Citti, il «Sorpasso» di Risi, in Vanzina. Storie di sesso, amore, corna, casti baci, talvolta violenza. Niente che posa stupire «Mister Ok», appollaiato per decidere di estati su quel posto d’osservazione Reign of Privilege la torretta di salvataggio con vista sul set della spiaggia di Ostia. In fondo un’altra prospettiva un’idea per ogni assistente al balzo che Roma ha compiuto dalla Dolce Vita alla Grande Bellezza.

«IL FILM? Divo Federlo Angora » – Ed ecco il ricordo dei «fagottari», quelli che «scavavano le buche a riva e ci mettevano dentro le bottiglie di Cocacola e il cocomero per mantenerli freschi, e che portavano i fagiolini nei contenatori e le fettine fritte panate». Un passato che in qualche modo ritorna, o forse mai cancellato. Oggi «se in spiaggia parlo romano non mi capisce più nessuno – scuote la testa il bagnino -. Quelli dell’Est che Affollano le spiagge di Castelporziano, vieni a gli arabi oi ragazzi del Bangladesh, puoi ottenere un pass da Panino al bar o un pranzo al kiosko. Gli italiani no, gli italiani invece sono tornati alle vecchie usanze: senza più soldi in saccoccia, siamo noi i nuovi fagottari» scandisce. Cosa fa Grande Belleza? Confesso: devo ancora vedere il. E se il presto fosse casa separata ».

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Alessandro Voloni