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I Salesiani accolgono i loro parenti in fuga dalla guerra

I Salesiani accolgono i loro parenti in fuga dalla guerra

I Salesiani si stanno attivando anche contro i profughi dall’Ucraina. La grande corsa solidale di Forlin sta guadagnando nuovi soldati a beneficio delle persone in fuga dalla guerra che ha devastato l’Europa orientale. Prenditi sempre cura dei loro “fratelli” che sono in difficoltà, soprattutto se minorenni e giovani, organizzando anche brodi forli a San Giovanni Bosco per accogliere i profughi ucraini. Nel 1942, nel mezzo di un conflitto mondiale, fu convocato a Forley dall’allora vescovo monsignor Giuseppe Rolla per catturare una chiesa locale dedicata a un monaco in Italia.

“Orselli” gestisce un collegio per 65 studenti F. Baraka e 40 studenti, l’aula multimediale “San Luigi” è sempre piena di tutte le innovazioni tecnologiche e di tutte le fatiche, la chiesa per i giovani e infine Cnos-Fap. Il Centro di Formazione Professionale nasce nel 1954 e può servire migliaia di giovani provenienti da tutta la provincia. Da settembre il collegio universitario di Episcopio via Vecchio cura Nadia, una giovane ucraina della facoltà di medicina.

“Sono venuto qui quando non si parlava di guerra”, ha detto Piergiorgio Blasci, leader sindacale salesiano di Forlì. Ha una sorella che studia all’Università di Padova. Qualche giorno fa uno studente di lingua italiana fluente ha chiesto di vedere il parroco e ha espresso il desiderio di portare a Forlì sua madre e sua zia dall’Ucraina. “Due donne – ancora venditori ambulanti – vivono nel cuore del Paese che finora è stato liberato dalla guerra.

Il padre di Nadia era a casa: “Per quanto possono, gli uomini dovrebbero proteggere le loro case e attività e permettere alle donne e ai bambini di trasferirsi in luoghi più sicuri”. Oltre all’accoglienza già in atto, il salesiano forlivese si sta attivando per una risposta più ampia e organizzata. “Siamo stati contattati da funzionari della protezione civile di Bologna – spiega don Flashy – in merito alla richiesta della famiglia di gruppi di profughi. D’estate possiamo fornire ospitalità. La maggior parte degli studenti del collegio Itaer finisce kl casa. Anno scolastico”. Il responsabile salesiano credeva di poter fornire un numero limitato di stanze per un massimo di trenta persone, per lo più donne e bambini. “Ancora niente è stato sistemato. A Bologna chiedono ospitalità da almeno un mese.” Il popolo ucraino è molto unito al proprio Paese: ora è costretto a lasciare la guerra e la violenza, ma nel suo cuore spera di tornare presto.

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Don Piergiorgio racconta che i Salesiani si sono impegnati ad aiutare i profughi non solo a Forlì e in tante altre realtà italiane, ma anche in Ucraina: nel grande Paese dell’Est europeo, i simulatori Don Bosco sono, infatti, in diverse grandi città del Paese. Basti citare Kyiv, Lviv, Zhytomyr, Dnipro, Odessa, nonché Korostyshev, Primishlani e Bibarka. “Nell’attuale realtà ucraina – afferma l’Agenzia di Informazione Salesiana – i nostri agenti fanno tutto ciò che è in loro potere per i giovani e i poveri, descrivendo la situazione che vedono con i propri occhi e pregando Dio con solidarietà e aiuto. Comunità.