È stata una tranquilla serata in mare, venerdì 13 gennaio 2012. I crocieristi Costa Concordia si sono goduti cene, balli e intrattenimento durante la loro crociera nel Mediterraneo.
Sul ponte di comando, contemporaneamente, il capitano Francesco Schettino decise di deviare dalla strada e di avvicinarsi all’isola del Giglio, al largo della costa toscana, suonando il clacson e mostrando la nave. L’equipaggiamento di benvenuto è già stato fatto, ma questa sera qualcosa è andato storto. L’enorme nave di 300 metri è corsa sulle rocce fuori Jilio e un lungo buco è esploso nel suo scafo.
È impossibile controllarlo
La barca affondò in acqua, divenne impossibile governare, si incagliò e affondò. Poiché era così vicino alla terraferma, la parte superiore della nave finì sopra la superficie dell’acqua. La maggior parte di loro potrebbe essere salvata, ma 32 persone, sia passeggeri che membri dell’equipaggio, sono morte.
La vittima più giovane è stata Diana Arlotti di cinque anni, che viaggiava con il padre ed è annegata in una barca.
Il capitano ha abbandonato la sua nave e si è messo in salvo anche se il capitano del porto di Livorno gli ha ordinato telefonicamente di risalire subito a bordo.
16 anni di carcere
Fu condannato a 16 anni di carcere per omicidio colposo, causa dell’incidente e abbandono della nave. In passato molti credevano che la compagnia di navigazione Costa Crociere se la cavasse a buon mercato e Schettino ne fosse diventato un capro espiatorio. È nel carcere romano di Pribbia, dove studia giurisprudenza e giornalismo.
Durante la giornata si svolgerà al Giglio una funzione commemorativa che andrà in onda sulla TV italiana.
“Pioniere del web. Fanatico della cultura pop. Nerd inguaribile del bacon. Maniaco dei viaggi certificato. Amante degli zombi.”