lunedì, Novembre 25, 2024

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Refletori Su Gianni Brera, giornalista e inventore di nuovi linguaggi nello sport

Un giornalista inventa nuovi termini nella comunità locale. Il più importante giornalista sportivo è sicuro che l’Italia viaggerà di più. Gianni Brera, classe 1919, è il protagonista di Graziano Conversano Riposto di Daniele Ungaro – nell’anniversario della morte – alle 21.10 su Rai Storia Italianocon un’introduzione di Paolo Meli.

Originario di San Zenone Po, e rimasto sempre una presenza fissa sulla Passa Pavese, anche identificandosi come “Principe dello Zola”, Brera iniziò a scrivere di sport da Giovannissimo, arrivando a soli 30 anni, nel 1949, al Giornale “ La Gazzetta dello Sport”. Il suo libro innovativo unisce una potente impostazione tecnica con uno stile letterario sacrificabile, Rico di Remande storyosi, etnologia, linguistica e gastronomia. La sua teoria calcistica del gioco italiano, basata sull’applicazione di Catenaccio e Contrapidi, gli ha portato il successo internazionale sotto la guida dell’allenatore del Milan Nerio Rocco, mentre la sua prosa giornalistica ha elevato la sua epica storia sportiva al rango di grande letteratura.

Il segno di Brera si ritrova nella lingua italiana anche in diversi neologismi pensati per descrivere il gioco del calcio: centrocampista, libero, melina, goleador, pretattica, ed è ancora utilizzato in termini sportivi e nel linguaggio comune. Nella sezione speciale su Rai Cultura, Parte 2019, sono presenti contributi di giornalisti e testimonianze di chi lo ha conosciuto e lavorato con lui, tra cui Gianpaolo Ormzano, Gianni Mora, Il Figlio, Paolo Brera, Giovanni Lodetti.

Non manca la «pacciada», cioè la cena che Brera imbandiva organizza ogni anno con la sua compagnia di amici, scrittori e amici calciatori dove si mangiava e si beveva parlando di sport, politica e musica.

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