Lo spettacolo Dale e Quali va in onda sulla RAI, canale del servizio pubblico italiano, e vede protagonisti personaggi famosi che seguono gli artisti.
Dall’inizio del 2012, ci sono stati molti partecipanti bianchi al progetto, che hanno imitato gli artisti neri, il che ha sconvolto alcune sezioni del pubblico e le organizzazioni che lavorano contro il razzismo.
In passato, artisti come Whitney Houston, Aretha Franklin, Stevie Wonder e Beyonc sono stati imitati. L’ultimo della fila è stato il rapper italiano Gali Amtaouni.
Dopo lo spettacolo, Amthani ha risposto sui social, scrivendo che in seguito era un’espressione di razzismo: “L’autotuning e il bell’aspetto erano sufficienti. Non c’è bisogno di creare una faccia nera per imitare me o altri artisti”.
Il canale TV risponde alle critiche
Gli afro-italiani hanno espresso per molti anni la loro insoddisfazione per il progetto Dale e Quali. Nel gennaio di quest’anno, diversi gruppi contro il razzismo hanno unito le forze e hanno scritto lettere ai dirigenti del canale per interrompere le riprese.
La direzione del canale ha ora preso atto delle critiche e delle risposte che “promettono di cercare di fare in modo che non si ripeta”.
Christina Shiplin, giornalista e portavoce italiana, afferma che l’Italia è molto indietro rispetto a molti altri paesi in termini di razzismo e sessualità.
Crede che sia questo il motivo per cui la decisione della RAI è arrivata così tardi.
– La televisione rappresenta la società e la televisione comunitaria. Ora la fine sta arrivando, probabilmente a causa dell’Italia che diventa un paese con colonie. Le persone stanno finalmente iniziando ad abituarsi a vedere la società da una prospettiva moderna in termini di parità di genere e diversità.
Sebbene la decisione della RAI abbia generato un certo dibattito in Italia, la questione non è in cima all’agenda.
– La consapevolezza degli spettatori televisivi è sorprendentemente bassa. Ma come al solito in questo tipo di ambiente, è molto polarizzato. Alcune persone pensano che sia davvero questione di tempo. Christina Shiplin dice che gli altri non capiscono perché questo è un problema.
Blackface è emerso nella prima metà del XIX secolo, quando i bianchi prendevano in giro gli schiavi neri e usavano i cliché nell’abbigliamento. Ciò ha contribuito a creare stereotipi razzisti sopravvissuti, almeno non nella cultura popolare.