Una settimana dopo le visite di Antony Blinken e Mette Frederiksen – e la promessa degli Stati Uniti di 1 miliardo di dollari in aiuti bellici – il presidente ucraino ha abbassato le sue aspettative per risultati più rapidi dal contrattacco.
– Le persone tendono a volere tutto e subito, il che è comprensibile, ma questo non è un film in cui tutto finisce in 90 minuti, dice Volodymyr Zelenskyj secondo The Guardian.
Le sue parole arrivano in una conferenza a Kiev, organizzata dall’oligarca Viktor Bentyuk, e alla presenza di ospiti come l’ex primo ministro britannico Boris Johnson.
All’opinione pubblica è stato detto che la guerra in Ucraina avrebbe potuto svolgersi a un ritmo più rapido se l’Occidente non avesse agito in modo così docile.
– Chiedono come sta andando il contrattacco e quale sarà il nostro prossimo passo. La mia risposta ora è: ci stiamo muovendo più velocemente del vostro pacchetto di sanzioni (contro la Russia).
Dietro la morte di Prigozhin c’è Putin
Nella possibile speranza di ottenere sostegno dal mondo esterno, ha minacciato che la Russia era nella sua forma più pericolosa mentre il presidente Vladimir Putin era sempre più sotto assedio.
– Per Putin resta solo un passo da compiere: intimidire l’Occidente con le armi nucleari. Verrà il momento in cui trasferiranno le loro armi nucleari per fare pressione sugli Stati Uniti.
La prova di ciò, secondo Zelenskyj, è che Putin era dietro l’uccisione del leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin.
– Il fatto che Putin abbia ucciso Prigozhin, e non abbiamo informazioni che indichino altro, indica il suo modo di pensare e che è politicamente debole.
Pronti per le elezioni
Lo stesso giorno in cui la Russia ha lanciato “elezioni” nelle regioni ucraine che affermava di aver annesso l’anno scorso, Zelenskyj ha confermato che il suo governo era pronto a organizzare le elezioni previste per il prossimo anno.
– Siamo pronti se necessario, dice, ma sottolinea le difficoltà nello svolgimento di elezioni alle quali tutti possano partecipare, dai soldati in trincea ai rifugiati all’estero.
Prosegue affermando che è fondamentale portare osservatori internazionali alle elezioni.
-Se il mondo è pronto a mandare la gente qui, guideremo.
– Per noi la cosa principale non è avere elezioni, ma essere riconosciuti dal mondo esterno.
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