domenica, Novembre 24, 2024

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Recensione: Un elegante “L’Orbio” con incredibili performance vocali

La prima mezz’ora dell ‘”Orbio” di Monteverti è completamente immersa nella passione per la vita. Lo stato di felicità innocente prima della perdita è un dato di fatto: quando Euritis muore e Orbio vuole sfuggire al sole come un “pipistrello odioso”. Ma qualcos’altro vive nella sua voce. Violazione dell’impossibile. Riportala oltre il confine nell’oscurità profonda.

Durante Wormland Opera 2014 ha debuttato questo sequel nel terzo atto, accompagnato da un valido consiglio visivo per un film di Batman. Anche nel Barocco di Göteborg 2018 l’aspro Rada Stain, con un’altezza del soffitto di oltre undici metri, ha aggiunto un’acustica meravigliosa.

Anche nel primo record svedese dell’ormai defunto “Orbio”, Orbio gioca un ruolo chiave nonostante le forze mortali. Johann Linderoth rende questa scena il luogo di nascita dell’area dell’opera, non solo catturandone una con tale audacia e fascino vocale, ma anche rievocativa di ciò che era la musica moderna alla sua prima nel 1607 a Mandua. Qualcosa di completamente nuovo e estraneo, ma allo stesso tempo rivelatore di un uomo più profondo. Trova la tua voce sui perduti e pronuncia il tuo nome: “Orbio son io”.

Relazionato Con il 400 ° anniversario di “Orbio” nel 2007 sono arrivate due delle migliori registrazioni italiane, una drammaticamente carica di Concerto Italiano e un’altra prova con La Venexiana, a cui torno spesso.

Ma la domanda è se questo disco svedese, diretto da Frederick Malberg, ottenga ancora il premio con l’Ensemble Lundbrook, Har Barog e l’Ensemble Altabunda. Non solo per l’elegante orchestra, ma anche per le straordinarie esibizioni vocali di Johan Linderoth, Christina Helkren, Christine Nonbo Anderson, Maria Forstrom, Stephen Brown, Carl Peter Erickson e Anna Zander.

È interessante notare che la musica di Montevarti è amata e ha radici profonde nei musicisti svedesi. Questo potrebbe essere troppo lecito. Come dice uno dei pastori dell’opera: “Su queste spiagge, ognuno può suonare il suono delle onde a modo suo”.

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