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Rassegna film: Un dolce omaggio alla tradizione cinematografica italiana degli anni migliori

Rassegna film: Un dolce omaggio alla tradizione cinematografica italiana degli anni migliori

anni migliori È il tipo di film che non guardi spesso: grandi sentimenti, grandi gesti e destini che attraversano generazioni. Tuttavia, non è grande, ma un abbraccio del grande nel piccolo. Non ricorderai quanto ti sei perso il film fino a quando non guardi un film come questo.

La trama è molto semplice, parla di tre amici e di tutte le complessità, tragedie e gioie che riempiono le loro vite da 40 anni. Diventano genitori, divorziano, diventano infedeli e vengono promossi nelle loro carriere. In certi periodi, perdono il contatto, ma ritrovano sempre la strada per ricongiungersi.

bella cosa su di lui Il tocco del regista Gabriel Moschino è che non si sofferma in tutte queste situazioni che definiscono la vita e scelte di vita importanti. Li descrive in modo più categorico: è così che è la vita, è così che è andata a finire. Abbiamo solo il controllo del nostro destino in una certa misura, possiamo scegliere di combatterlo o accettarlo. Siamo solo umani.

Il film nasce nel 1982 quando i tre amici Paolo, Giulio e Riccardo erano adolescenti. È il momento più bello della loro vita, almeno il tempo sembra così nello specchietto retrovisore. Ma non lo fai sempre? Infanzia, un tempo senza responsabilità e uno sguardo costante avanti e mai indietro.

In italiano classico La tradizione dei film, come con Fellini e Scola, che qui limita anche il risveglio sessuale e il culto delle donne. Certo, si potrebbe pensare che il regista italiano moderno potrebbe essersi evoluto un po’, ma c’è un punto in cui questo particolare film è radicato in quella tradizione. Parallelamente allo sviluppo personale di Friends durante questi quattro decenni, c’è anche un forte sviluppo politico in Italia.
Cioè Moschino racconta la storia del suo Paese attraverso i suoi protagonisti, e per aiutarlo porta la storia del cinema italiano. La Fontana di Trevi ha un ruolo qui, proprio come ne La dolce vita di Fellini.

e come
Ettore Scolas Noi che ci siamo tanto amati, c’è amore in una donna che condiziona la vita dei tre uomini (ci sono addirittura due righe del film di Scola, nascoste nel copione).

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Sfortunatamente, Muccino segue anche la triste tradizione di semplificare l’unico ruolo femminile principale nel film. Descrive anche alcuni eventi della vita in modo molto ristretto. Ma il film è ancora un meraviglioso tributo, un tributo all’immagine sia esterna che interna dell’Italia, e di tutte le sue persone in tutta la loro vita quotidiana.