Il Corriere della Sera ha parlato con l'ex senatore italiano Fabrizio Cecchetto. È stato a lui che Silvio Berlusconi ha raccontato la storia diversa.
“È tuo, sparagli.”
La storia è ambientata in Russia nel 2013, quando Berlusconi era in visita a Putin e all'improvviso il leader russo gridò:
– Silvio, andiamo a pescare.
Berlusconi, che non aveva mai pescato prima, deve essersi gonfiato un po'. Ma dopo le insistenze di Putin ha scelto di andare avanti.
Putin gli ha dato un fucile e quando hanno visto due cervi nella neve, Berlusconi lo ha salutato, ha indicato un cervo e ha detto:
– E' tua, sparale.
Berlusconi avrebbe poi rifiutato di sparare all'animale, quindi Putin lo ha fatto per suo conto.
Tagliare il cuore con un coltello
Ha sparato a entrambi i cervi, si è avvicinato a uno di loro e ha tagliato il cuore del cervo con un coltello. Poi lo mise in una scatola di legno che fu consegnata a Berlusconi.
– Il pasto è eccezionale, avrebbe detto al leader italiano.
Berlusconi allora si nascose dietro un albero e vomitò.
– Vladimir mi ha mostrato un carattere violento che non avrei mai immaginato in un uomo così gentile e razionale, con il quale Berlusconi avrebbe iniziato la storia.
Dopo che Berlusconi ha condiviso la storia con Cecchetto, si dice che nella stanza sia sceso un lungo e imbarazzante silenzio, un silenzio che è stato rotto solo quando Berlusconi ha detto:
– Forse è solo un'abitudine da cacciatore.
I due leader mondiali avevano un rapporto stretto e spesso andavano insieme a feste rumorose, ma la storia della caccia ha scosso l'immagine di Berlusconi del presidente russo, secondo Sekito.
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