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Papa: Le liturgie devono guardare a Dio, non alla mondanità

Papa: Le liturgie devono guardare a Dio, non alla mondanità

Parlando all’Associazione Italiana Adoratori, Papa Francesco ha messo in guardia contro un approccio “secolare” alla liturgia, dicendo che le liturgie dovrebbero essere rivolte al mistero di Cristo.

Charlotte Smets – Città del Vaticano

Papa Francesco ha parlato agli italiani giovedì Associazione dei Professori e Caltori de Liturgia (Associazione Insegnanti e Operatori di culto) in occasione del 50° anniversario dell’organizzazione.

Il Papa ha osservato che i cinquant’anni coincidono con un “tempo ecclesiastico di riforma liturgica”: dopo la fase iniziale vengono pubblicati nuovi libri liturgici. “Siamo in un periodo in cui la riforma deve essere abbracciata più profondamente”, ha affermato il Papa, aggiungendo che “questo processo richiede non solo tempo, ma anche cure emotive e pazienti”, “comprensione spirituale e pastorale” e formazione continua.

Ha incoraggiato i membri dell’associazione a continuare il loro lavoro con uno spirito di dialogo. “La teologia può e deve avere uno stile sinodale”.

La chiave dell’ascolto negli studi liturgici

Per fare in modo che i loro sforzi “non si discostino mai dalle attese e dai bisogni del popolo di Dio”, papa Francesco ha esortato le comunità cristiane all’ascolto: “Questo è essenziale”.

Ha anche osservato che l’opera educativa dei liturgisti non può essere separata dalla dimensione pastorale e spirituale della liturgia, affermando che la liturgia deve raggiungere il popolo di Dio. A questo proposito era Romano Cardini, un dotto sacerdote tedesco che, tra le altre notevoli realizzazioni, seppe divulgare le “conquiste del movimento liturgico” in modo accessibile al comune fedele.

“Lascia che la sua immagine e il suo approccio alla creazione di culto, sia moderna, sia classica, siano per te un punto di riferimento.”

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Progresso radicato nella tradizione

Il Papa ha infine sottolineato che il progresso nella comprensione della liturgia e nell’arte di celebrarla «deve essere sempre radicato nella tradizione». Allo stesso tempo, ha messo in guardia contro il background mondano.

Diceva che tornare alle radici non significa tornare indietro, ma piuttosto la vera eredità porta avanti. Ha avvertito i fedeli di distinguere attentamente tra tradizione e “tradizione”, avvertendo che “la tentazione di oggi è ‘arretratezza’ mascherata da tradizione”.

Adorazione in ginocchio

In chiusura, Papa Francesco ha ricordato ai partecipanti di “lasciarsi ispirare dalla preghiera e dall’esperienza di vita nel cantare le lodi della Chiesa”. .”

Tutti gli studi teologici, ma soprattutto liturgici «devono essere fatti con mente aperta e, insieme, «in ginocchio», nella preghiera, proprio perché mirano a «celebrare la bellezza e la maestà del mistero» di Dio che si dona a noi”