Giovedì mattina, 20 ottobre, il Papa ha ricevuto i missionari di Marianhill in connessione con il Capitolo generale dell’Ordine, esortandoli a sviluppare una conversione pastorale duratura che si concretizzi in ogni azione: dalla formazione spirituale dei sacerdoti e dei laici alla progettazione . dei progetti apostolici.
Catarina Agurelio – Vaticano
Giovedì mattina, 20 ottobre, Papa Francesco ha ricevuto la Congregazione dei Missionari Marianhill in occasione del Diciassettesimo Capitolo Generale. La congregazione è stata fondata in Sud Africa dal trappista e missionario austriaco Franz Pfanner insieme ad altri trappisti. Nel discorso rivolto ai suoi ospiti, il Papa ha rivolto il suo pensiero proprio alle origini del monachesimo e li ha esortati a conservare il suo dono originario, che unisce la devozione al Vangelo e la sua propagazione.
Un obiettivo comune
Il Papa ha commentato il tema del Capitolo generale “Solidarietà: chiamata a uno spirito comune e a un fine comune” e ha sottolineato che “questo è particolarmente importante, alla luce del più ampio cammino congregazionale che la Chiesa universale ha intrapreso in questi mesi”. È un “cammino ecclesiale” che significa il rafforzamento della comunità e la partecipazione e missione di tutti i battezzati attraverso un processo di discernimento spirituale incentrato sull’incontro, l’ascolto e la riflessione, per raggiungere una maggiore apertura alla novità e alle suggestioni. dello Spirito Santo».
“Uno degli elementi essenziali del cammino conciliare è lo sviluppo di un maggiore senso di responsabilità nei fedeli laici per la vita e il futuro della Chiesa”.
conversione pastorale
Qui i missionari Maryanhill possono essere un modello, ha spiegato il Papa: «La storia della vostra ordinanza mostra fin dall’inizio che l’annuncio del Vangelo è stato seguito dall’impegno di incoraggiare le vocazioni locali, di promuovere uno sviluppo umano sostenibile all’interno delle diocesi locali e di coltivare un spirito di corresponsabilità per il bene comune”.
“Mantenendo saldi i vostri sforzi per continuare questa unità e questa solidarietà al servizio del Vangelo, vi incoraggio a sviluppare una conversione pastorale duratura che possa manifestarsi in tutte le dimensioni della vita e dell’attività del vostro rango, in ogni cosa, dal formazione spirituale di sacerdoti e laici alla progettazione concreta dei progetti apostolici”.
La voce dello Spirito Santo che è ancora debole
Il Papa ha detto che il Concilio a cui ora è chiamata la Chiesa è ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole dirci, spiegandolo attraverso una parabola:
“Non lontano da qui si trova il grande obelisco in Piazza Pietro. Conoscete tutti l’impressione che ha avuto padre Phanir dalla storia dell’innalzamento del Grande Monolito. Nonostante l’enorme sforzo umano, è stato possibile salvare l’obelisco solo dalla caduta all’ultimo momento versando acqua Sulle corde. Oggi, come sempre, l’acqua dello Spirito Santo è necessaria, ma soprattutto per addolcire la dura terra dei nostri cuori”.
In conclusione, il Papa chiede ai missionari di essere gentili negli atti di amore e di parlare con la gentilezza, la gentilezza e la bella umiltà che lo Spirito Santo dona al cuore.
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