Milioni di cittadini dell’UE lavorano, studiano o vivono in altri paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (nonché in Svizzera) che nel loro paese d’origine. Nel 2021 il loro numero raggiungerà più di 16 milioni di persone.
– Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea responsabile per gli affari economici e commerciali, ha affermato mercoledì a Bruxelles che la capacità dei cittadini di vivere, lavorare e vivere in altri paesi dell’UE è una conquista importante e una pietra angolare del mercato interno.
Oltre a tutelare i diritti sociali degli individui, occorre anche garantire il loro accesso ai sistemi di sicurezza, cosa che non sempre avviene, secondo Dombrovskis.
Secondo le statistiche dell’UE, nel 2022 sono pervenute alle autorità circa nove milioni di denunce relative alla mancanza di coordinamento dell’assistenza sanitaria oltre i confini nazionali. Anche il Parlamento europeo ha notato le difficoltà e ha chiesto miglioramenti in questo settore.
Per rendere più facile per un maggior numero di residenti venire a vivere in altri paesi dell’UE, la Commissione propone nuove misure per accelerare i sistemi di pagamento, ad esempio, per le indennità di disoccupazione, le indennità di malattia o le pensioni.
Ad esempio, il commissario europeo per il mercato del lavoro Nicolas Schmidt chiede a più paesi di introdurre “portafogli digitali” o EUDI, “portafogli di identità digitale dell’Unione europea”.
Quindi, ad esempio, un dipendente che lavora in un altro paese dell’UE può facilmente portare con sé documenti e documenti importanti in versione digitale nei suoi telefoni cellulari o computer. Potrebbe riguardare, tra l’altro, la tessera europea di assicurazione malattia, che 235 milioni di residenti nell’Unione europea hanno ricevuto nel 2021 per poter ottenere facilmente assistenza sanitaria all’estero in caso di necessità.
E attraverso il pieno utilizzo di strumenti digitali simili, i cittadini dovrebbero essere in grado di accedere ai servizi sociali, al sostegno e al risarcimento a cui hanno diritto, più velocemente di oggi, auspica la Commissione europea.
La Commissione cercherà ora il sostegno per le misure proposte presso il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri.