Svezia
Sulla base delle esigenze specifiche dei giovani, le cliniche giovanili promuovono e sostengono la salute mentale. È un modo unico di lavorare che integra gli sforzi di altri attori. È quanto emerge da un nuovo rapporto dell'Agenzia per la sanità pubblica.
Il rapporto, preparato in collaborazione con l’Università di Umeå, esamina il modo in cui i centri giovanili in Svezia affrontano la salute mentale dei giovani. L'indagine mostra che le cliniche si concentrano sulla promozione e sul sostegno della salute mentale dei giovani in base ai bisogni specifici dei giovani. Si sforzano anche di mantenere bassa la soglia di contatto.
I centri giovanili operano sulla base di una visione globale dei giovani. Il lavoro riguarda sia la salute mentale che la salute sessuale e riproduttiva. Ciò rende le cliniche giovanili una piattaforma importante e unica per gli sforzi di promozione della salute e il sostegno precoce, afferma Isabel Goiculia, ricercatrice presso l'Università di Umeå, in un comunicato stampa.
Missione poco chiara
Gli sforzi dei centri giovanili costituiscono un importante complemento all’assistenza primaria, alla psichiatria infantile e giovanile, alla salute degli studenti e ad altre attività. Lavorano nel campo della promozione e della prevenzione della salute e forniscono, ad esempio, supporto alla conversazione con consulenti o psicologi. Allo stesso tempo, le cliniche giovanili a volte ritengono poco chiara la loro missione riguardo alla salute mentale dei giovani
– Le cliniche giovanili spesso non hanno il mandato di curare i giovani con malattie mentali. Affinché i giovani ricevano aiuto e sostegno adeguati, è importante la cooperazione con altri attori, afferma Karin Liljeberg-Trotzig, ricercatrice presso l'Agenzia per la sanità pubblica.
Fatti/sul rapporto
Il rapporto si basa su uno studio qualitativo sul modo in cui i centri giovanili in Svezia affrontano la salute mentale dei giovani. L'indagine comprende tre casi studio condotti in diverse province. I dati sono stati raccolti attraverso interviste con il personale delle cliniche giovanili e di attività vicine come l'assistenza primaria, la psichiatria infantile e giovanile (BUP) e la scuola. Sono stati intervistati anche i giovani.
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