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La terapia di combinazione è associata a un ridotto rischio di diabete di tipo 2

La terapia di combinazione è associata a un ridotto rischio di diabete di tipo 2

Nel British Medical Journal è stato presentato uno studio di coorte basato sulla popolazione in cui è stata valutata la terapia combinata con agonisti del recettore GLP-1 e inibitori SGLT2 per pazienti con diabete di tipo 2.

Lo studio ha incluso pazienti che hanno iniziato un nuovo trattamento tra gennaio 2013 e dicembre 2020, con follow-up fino alla fine di marzo 2021. Sono stati identificati due gruppi: il primo comprendeva 6.696 pazienti che hanno iniziato il trattamento con agonisti del recettore GLP-1 a cui hanno poi aggiunto SGLT- . 2- Inibitore e l'altro includevano 8942 pazienti che avevano iniziato il trattamento con inibitori SGLT2 e poi avevano aggiunto agonisti del recettore GLP-1.

L’obiettivo principale era valutare se la combinazione dei due gruppi di farmaci potesse ridurre il rischio di gravi malattie cardiovascolari e complicanze renali. Gli eventi cardiovascolari includevano infarto miocardico, ictus e mortalità cardiovascolare. Le complicanze renali comprendono danno renale acuto, malattia renale cronica, malattia renale cronica causata da ipertensione, insufficienza renale non specifica e complicanze renali nel diabete.

I risultati hanno mostrato che il trattamento combinato, rispetto al solo trattamento con GLP-1, era associato a un rischio inferiore del 30% di eventi cardiovascolari maggiori (rischio relativo). [RR] 0,70; Intervallo di confidenza al 95%. [95KI] (0,49-0,99) e ha ridotto il rischio di gravi complicanze renali del 57% (RR 0,43; 95CI 0,23-0,80). Anche la terapia di combinazione ha mostrato buoni risultati rispetto agli inibitori SGLT2. In questo confronto, è stato osservato che la combinazione era associata a un rischio inferiore del 29% di eventi cardiovascolari maggiori (RR 0,71; 95CI 0,52–0,98). I ricercatori hanno osservato anche una riduzione del rischio di gravi complicanze renali, seppure con ampi intervalli di confidenza (RR 0,67; 95CI 0,32-1,41).

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Nel complesso, i risultati suggeriscono che la combinazione di agonisti del GLP-1 e inibitori del SGLT2 è associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari maggiori e di complicanze renali maggiori rispetto all’uso di ciascuna classe di farmaci da sola. Andando avanti, saranno necessarie ulteriori ricerche, preferibilmente sotto forma di studi randomizzati e controllati, per confermare questi risultati.

Giornale Medico 21-22/2024

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