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I rifugiati bloccati alla frontiera hanno diritto a cibo e acqua

Da quasi due settimane un gruppo di 32 rifugiati è bloccato al confine tra Bielorussia e Polonia.

Come menzionato in precedenza da DN La situazione al confine nel villaggio di Osnarz Gornji diventa sempre più disperata mentre i soldati circondano i rifugiati su entrambi i lati del confine, senza andare né venire.

Rifugiati afgani intrappolati al confine tra Polonia e Bielorussia.

Foto: Wojtek Radwanski / AFP

Corte europea dei diritti dell’uomo Mercoledì a Strasburgo, una decisione provvisoria che la Polonia è obbligata ad aiutare i rifugiati con cibo, acqua, vestiti e assistenza medica adeguata.

Comunicato stampa della Corte di giustizia europea.

Comunicato stampa della Corte di giustizia europea.

A seguito della lettera del tribunale, sono stati ascoltati applausi dal gruppo, secondo l’Associazione O’Kalini, che si trova nel sito al confine a sostegno del gruppo.

Da un campo a poco più di cento metri di distanza, mercoledì sera gli attivisti hanno suonato musica a sostegno dei profughi.


https://twitter.com/FundOcalenie/status/1430595920622669826?s=20

La decisione del tribunale è valida fino al 15 settembre – ma ha scritto il tribunale – questo non significa che la Polonia sia obbligata a consentire loro di entrare nel Paese. Non è ancora chiaro come si risolverà la situazione.

La decisione si applica anche alla Lettonia, dove una situazione simile si è verificata da quando un gruppo di 41 profughi curdi dall’Iraq è rimasto bloccato al confine con la Bielorussia.

Diverse recensioni da parte degli investigatori Giornalisti negli stati baltici e in Germania hanno precedentemente mostrato che l’improvviso disordine degli immigrati dalla Bielorussia è coordinato dallo stato bielorusso.

La Lituania, ad esempio, ha accolto quest’anno più di 4.200 richiedenti asilo che hanno attraversato il confine dalla Bielorussia, rispetto ai 74 dell’anno scorso. Le indagini hanno anche rivelato il coinvolgimento di società legate al dittatore Alexander Lukashenko.

L’Unione Europea ha fermamente condannato l’azione bielorussa, descrivendola come una ritorsione del regime per l’imposizione di sanzioni al Paese.

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