Il re Abdullah ha confermato, mercoledì, la fine della crisi in Giordania. Domenica è stato anche visto in pubblico con il suo fratellastro, il principe Hamzah, mentre partecipava a una festa comune nella capitale, Amman, per celebrare il centenario della nascita dell’emirato della Transgiordania.
Aspetto articolare Non passò molto tempo dopo che il 3 aprile il principe Hamzah portò potenti accuse di corruzione contro il re del paese.
Tra le altre cose, ha detto: “Si è arrivati a un punto in cui a nessuno è permesso parlare o esprimere le proprie opinioni su qualsiasi cosa senza essere sotto pressione, arrestato, molestato o minacciato”.
Hamzah ha anche affermato di essere stato posto agli arresti domiciliari dopo che il capo di stato maggiore dell’esercito gli aveva detto che non gli era permesso di andarsene o di comunicare con altri. I militari hanno negato le affermazioni che il principe sia stato posto agli arresti domiciliari, ma hanno detto che gli è stato chiesto di sospendere le attività che “potrebbero mettere in pericolo la sicurezza e la stabilità della Giordania”.
In connessione con il principe Hamzah Attenzione: fino a 20 persone sono state arrestate e durante le rivolte sono emerse voci di un colpo di stato. Il governo giordano, a sua volta, ha accusato il principe Hamzah di complottare con “potenze straniere” per destabilizzare la Giordania. Qualcosa che il principe ha negato.
Lunedì, pochi giorni dopo le accuse mosse contro il re Abdullah, il principe Hamzah ha scritto in una lettera promettendo di essere fedele al re di Giordania e ora – meno di una settimana dopo, sono apparsi insieme in pubblico.
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