Il Po scorre dalle Alpi a nord-ovest fino alla costa dell’Italia orientale e rappresenta un terzo della produzione agricola. Il fiume soffre attualmente di una grave siccità a causa della mancanza di neve lo scorso inverno, primavera insolitamente calda e senza pioggia.
I livelli dell’acqua sono ormai ai minimi degli ultimi 70 anni e il governo italiano ha imposto lo stato di emergenza in cinque regioni: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto “per proteggere l’acqua potabile e proteggere la nostra agricoltura”.
La produzione alimentare è minacciata
Il fiume italiano è la principale fonte di acqua dolce per la produzione agricola nelle parti settentrionali del paese e contribuisce all’irrigazione delle risaie e dei terreni agricoli. Il pascolo per le mucche, dal cui latte si produce il Parmigiano-Reggiano, dipende, tra l’altro, dall’approvvigionamento idrico del fiume. Le cinque regioni colpite producono anche aceto balsamico di Modena, vini regionali Lambrusco e prosciutto di Parma.
Il primo passo del governo è quello di impegnare 36,5 milioni di euro, 365 milioni di corone svedesi, dal fondo di crisi per aiutare tutte le persone colpite dalla scarsità d’acqua.
La produzione di grano rischia il dimezzamento
L’Unione Italiana Agricoltori stima che la produzione di grano nelle regioni potrebbe diminuire del 20-50 per cento, mentre le centrali idroelettriche non produrranno normale elettricità.
AP Il gestore del sistema dei servizi energetici statali scrive che il 55 per cento dell’energia rinnovabile in Italia proviene dalle centrali idroelettriche del Po e dei suoi affluenti. Gli esperti temono che la carenza di energia idroelettrica contribuisca alle emissioni di anidride carbonica poiché è necessaria più elettricità per essere generata dal gas naturale.
“Forte piogge per un po’”
Secondo l’SMHI italiano, la controparte dell’ANBI, quest’anno l’Italia ha ricevuto meno della metà delle precipitazioni normali. Ma il problema più grande a lungo termine è che le precipitazioni arrivano in modo più irregolare di prima, secondo Massimo Gargano dell’ANBI, che collega i cambiamenti al riscaldamento globale.
– Adesso piove quasi tropicale qui. I meteorologi le chiamano “bombe d’acqua” quando lunghi periodi di siccità vengono sostituiti da brevi periodi di forti piogge, dice.
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