Home Economia Emma parla del dolore dopo la morte di sua figlia – risucchiata in una macchina al lavoro

Emma parla del dolore dopo la morte di sua figlia – risucchiata in una macchina al lavoro

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Emma parla del dolore dopo la morte di sua figlia – risucchiata in una macchina al lavoro

Quando SVT incontra Emma Dorazio, ci racconta della condanna a morte, di come ha urlato a squarciagola e ha iniziato a lanciare oggetti. A proposito di immenso dolore, ma anche voglia di incontrarci e raccontarci, affinché la morte della figlia non sia stata vana.

Mia figlia si lamentava spesso di dover lavorare da sola su quelle macchine, racconta Emma Dorazio.

Avvocato: Bypassare le norme di sicurezza

Luana in qualche modo è rimasta bloccata nella grande macchina con i rotoli di stoffa ed è stata risucchiata dentro ed è morta sul colpo. Il suo fidanzato Alberto Orlandi dice che non può accettare quello che è successo.

– Non puoi morire sul lavoro. Non in un Paese moderno come l’Italia nel 2021.

È in corso un’indagine penale ei responsabili delle indagini preliminari sospettano che le macchine siano state manomesse con chiavi disattivate da serrature di sicurezza.

Si ritiene che sia un’elusione dei sistemi di sicurezza che spengono le macchine quando succede qualcosa. In questo modo, puoi produrre più velocemente, afferma l’avvocato dei parenti Andrea Roubini.

SVT ha cercato l’azienda responsabile, che però non ha voluto commentare nulla.

Più morti durante la pandemia

In un altro grande paese dell’UE, la Germania, muoiono sul lavoro la metà delle persone rispetto all’Italia, un dato superiore alla media europea. Solo nell’ultimo anno, i decessi sono aumentati di oltre l’11%. La pandemia ha messo sotto pressione le finanze aziendali e molti di loro tradiscono la sicurezza.

In media, quest’anno in Italia sono morte 2,8 persone al giorno sul lavoro. Tuttavia, il caso di Luana, perché era molto giovane e donna, ha scosso il Paese. Il suo ritratto ora adorna murales e sia il presidente Mattarella che il primo ministro Draghi hanno parlato di lei il 2 giugno, festa nazionale.

La madre di Luana, Emma d’Orazio, spera in un cambiamento.

Non voglio che nessuno soffra come faccio adesso. Scusami. Ma non dovrebbero esserci più Luana, più simili a lei. numero.

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