Il metabolismo può essere paragonato al motore del corpo. È un prerequisito affinché le nostre cellule crescano e abbiano energia. Pertanto, è anche un obiettivo importante per le terapie contro il cancro, dove l’obiettivo è fermare la crescita delle cellule tumorali.
In un nuovo studio, i ricercatori di Chalmers hanno esaminato come funziona il metabolismo nelle cellule tumorali che si sono diffuse attraverso metastasi – chiamate anche tumori figlie – in nuovi organi.
Mostra che le metastasi si adattano al loro nuovo ambiente e che l’ambiente locale è di grande importanza.
– I tumori metastatici devono presentare le stesse caratteristiche metaboliche indipendentemente da dove si trovino nel corpo, ma abbiamo scoperto che le cellule tumorali adattano ampiamente il loro metabolismo al nuovo tessuto per continuare a svilupparsi e crescere. Questa è una conoscenza importante, afferma la ricercatrice Fariba Roshanzamir, che dimostra che non possiamo considerare le metastasi come tumori originari.
Strumenti per prevenire la crescita del cancro
Lo studio si è concentrato principalmente sul cosiddetto carcinoma mammario triplo negativo, che è una forma grave difficile da trattare con i farmaci. Ma le conclusioni, secondo i ricercatori, possono essere applicate a tutti i tipi di cancro metastatico.
Ciò apre nuove opportunità per lo sviluppo di terapie più efficaci, che si concentrano sull’inibizione del metabolismo delle metastasi piuttosto che trattarle come il tumore originale.
– Se riusciamo a fermare il metabolismo nel tumore, smette di funzionare e questo studio fornisce chiavi importanti per capire meglio su cosa dovremmo mirare.
Una nuova visione delle caratteristiche delle metastasi
Oggi, la diffusione del cancro a nuovi organi è una delle principali cause di morte tra i malati di cancro. Jens Nielsen, professore alla Chalmers, spera che lo studio porti a nuove informazioni sulle proprietà e sul comportamento delle metastasi.
“Questo è un passo avanti in termini di comprensione del cancro metastatico e un passo importante nel percorso verso farmaci più personalizzati”, afferma.
Stabile:
Contatto:
Fariba Rochanzamir, Ph.D., Dipartimento di Biologia e Biotecnologia, Università di Tecnologia di Chalmers, [email protected]
Jens Nielsen, Professore, Dipartimento di Biologia e Biotecnologia, Università di Tecnologia di Chalmers, [email protected]