Sabato i manifestanti sono arrivati a migliaia, sventolando bandiere e immagini di Sadr. Criticano i tentativi di formare un governo guidato da un blocco filo-iraniano che ha nominato Muhammad al-Sudani come primo ministro.
Le forze di sicurezza irachene hanno usato gas lacrimogeni e cannoni sonori per sedare le proteste nel distretto governativo pesantemente fortificato della capitale. Sono state chiuse le strade per la cosiddetta Green Zone, dove hanno sede molte istituzioni politiche e ambasciate.
“Qui per la rivoluzione”
In una dichiarazione, il primo ministro Mustafa Al-Kazemi ha invitato le forze di sicurezza a proteggere i manifestanti e a tenere le proteste.
– Siamo qui per una rivoluzione, dice Haider al-Lami, un partecipante alle proteste.
Non vogliamo i corrotti, non vogliamo il ritorno di chi è al potere. Dal 2003 ci hanno fatto solo del male.
È stato il predicatore sciita Muqtada al-Sadr a chiamare per protestare contro la formazione del governo.
crisi politica
Le proteste alimentano una crisi politica nel Paese, ancora privo di un nuovo governo, a nove mesi dalle elezioni parlamentari.
La crisi è peggiorata il mese scorso dopo che 73 deputati del blocco di al-Sadr si sono dimessi nel tentativo di porre fine all’impasse politica. Sono stati nominati 64 nuovi membri, rendendo il blocco filo-iraniano il più grande in parlamento.
Mercoledì, centinaia di seguaci del predicatore sciita hanno preso d’assalto il palazzo del parlamento dopo aver annunciato la nomina di Muhammad al-Sudani alla carica di primo ministro. Poi hanno lasciato il palazzo del parlamento dopo una telefonata di Muqtada al-Sadr.