All'alba di sabato, sono giunte notizie secondo cui l'esercito israeliano stava ordinando nuove evacuazioni dalla parte orientale di Rafah, prima delle previste operazioni militari.
Ci sono segnalazioni della presenza di veicoli da combattimento e forze di terra nella parte orientale di Rafah, ma non è chiaro se si sia trattato di un'operazione su larga scala o di un'operazione più piccola e mirata, simile a quella portata avanti da Israele la scorsa settimana.
girarsi
La città di confine di Rafah, nel sud, è stata per diversi mesi un obiettivo per i palestinesi in fuga dai bombardamenti israeliani su altre parti di Gaza. Le Nazioni Unite hanno recentemente stimato che lì sono stipate 1,4 milioni di persone, molte delle quali affamate e ferite, e vivono in semplici tende.
Ma negli ultimi giorni 300.000 persone hanno lasciato la città, ha annunciato sabato l'esercito israeliano, secondo l'Agence France-Presse. Secondo quanto riportato dai media, molti ricorrono a rifugi sovraffollati, privi di cibo e medicine.
Altri hanno scritto che altri sono tornati al nord perché temevano un maggiore intervento israeliano nell’area di Rafah. Israele, che ha bloccato anche le spedizioni di aiuti dall'Egitto, giustifica gli attacchi dicendo che nella città si nascondono esponenti di spicco di Hamas.
Bombardamenti aerei sul nord
Ma al nord la situazione non è più sicura. Sabato notte Israele ha attaccato alcune aree della Striscia di Gaza centrale e settentrionale.
La guerra di Gaza è iniziata il 7 ottobre con il sanguinoso attacco contro Israele da parte del gruppo estremista Hamas, che ha provocato la morte di circa 1.200 persone e la presa di ostaggi. Da allora Israele ha effettuato attacchi a Gaza con l'obiettivo dichiarato di distruggere Hamas e restituire gli ostaggi. Secondo le autorità sanitarie locali, quasi 35.000 abitanti di Gaza sono stati uccisi.
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