L’attentato alla Stazione Centrale di Bologna del 2 agosto 1980 è da tempo una cicatrice nella storia italiana. È stato indagato più volte ed è stato confermato che i tre che hanno pianificato questo erano membri del gruppo terroristico neofascista NAR. L’ex attore bambino Gustava Fioravanti, sua moglie Francesca Mambro e Luigi Ciaverdini sono stati tutti condannati all’ergastolo.
Negli anni ci sono state una serie di indagini sull’attentato, tutte concluse che i tre erano colpevoli di aver effettuato gli attentati. Sono stati scritti molti libri e sono stati realizzati diversi film e documentari televisivi sull’attacco terroristico alla stazione ferroviaria. Molti credono che il servizio di sicurezza italiano e l’organizzazione segreta di destra P2, che organizza gran parte delle alte sfere della società italiana, siano stati profondamente coinvolti nella pianificazione dell’attacco. Anche Lisio Kelly, leader della P2, è stato condannato come uno degli organizzatori dell’attentato.
Non chiamatelo fascismo
Mentre De Angelis esce e cerca di ripulire i neofascisti condannati, ampi settori della società italiana sono indignati. Lo stesso De Angelis è un ex membro di Terza Posizion, un gruppo neofascista bandito dopo gli attentati di Bologna. Ora dice che proprio a causa del suo passato sa per certo che i tre sono innocenti della bomba.
Marcello D’Angelis è stato nominato superiore da Francesco Rocca, presidente della regione Lazio, che è stato nominato dal primo ministro italiano Giorgia Meloni, leader del partito post-fascista Fratelli d’Italia. Lei stessa è stata pesantemente criticata per essersi rifiutata di definire l’attacco un attacco terroristico neofascista. Secondo lei, le affermazioni di D’Angeli sono così sgradevoli che potrebbe essere rimossa dal suo incarico.
Bisogno di indagare ulteriormente
Il presidente della Repubblica italiana Sergio Madderella ha dichiarato l’anno scorso, in occasione del 42° anniversario dell’attentato, che era compito del governo italiano scoprire cosa fosse realmente accaduto negli attentati di Bologna.
– Mattarella ha detto nel suo intervento che si è trattato di un attacco terroristico che ha cercato di sconvolgere la democrazia in Italia e infondere paura tra i comuni cittadini.
– È stato accertato dai tribunali che si è trattato di un attentato neofascista, tentativi di insabbiamento della verità e sono state condotte ulteriori indagini per scoprire chi ha ordinato l’attentato. È dovere della Repubblica ricercare la verità assoluta.
Ma anche con l’aggiunta di nuove indagini, pochi in Italia credono che l’attacco sarà completamente risolto e che più persone saranno assicurate alla giustizia.