sabato, Novembre 23, 2024

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risolvi il puzzle? Questo è ciò che accade nel cervello durante la fame

Regole dell’ippocampo

I topi sono stati posti in una camera con una ciotola di cibo rispettivamente quando erano pieni e quando avevano fame, e il cervello dei topi è stato fotografato in tempo reale per esaminare eventuali cambiamenti nell’attività neurale.

“Il nostro studio mostra che l’ippocampo, che è una parte del cervello che è davvero importante per usare la nostra memoria per prendere decisioni, può rispondere direttamente agli ormoni della fame e ciò consente all’ippocampo di guidare le nostre decisioni in base a quanto siamo affamati”, Andrew MacAskill dice a Newsweek.

I ricercatori hanno visto che un sottoinsieme di cellule cerebrali nell’ippocampo diventava più attivo quando i topi si avvicinavano al cibo. Nei topi sazi, l’attività era più forte, il che impediva loro di mangiare.

Quando i topi erano affamati, l’attività in quest’area del cervello era inferiore, rendendo i topi più propensi a mangiare.

L’ormone della fame, la grelina

La diminuzione dell’attività cerebrale corrisponde ad un aumento dell’ormone della fame grelina, che viene prodotto nell’intestino quando lo stomaco è vuoto.

La grelina stimola i neuroni nell’ipotalamo del cervello, che sono coinvolti nella regolazione dell’appetito, della temperatura corporea e di altri processi importanti.

Tuttavia, la grelina sembra sopprimere l’attività anche in altre parti del cervello, soprattutto nell’ippocampo.

Quando i ricercatori hanno rimosso i recettori della grelina, l’attività dell’ippocampo è aumentata, facendo sì che i topi si comportassero come se fossero sazi.

Non può essere tradotto direttamente

Sembra che l’ippocampo rallenti l’istinto alimentare degli animali in modo che non mangino troppo, ma quando gli animali hanno fame, gli ormoni controllano il cervello per spegnere i freni, dice Andrew MacAskill.

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“Anche la parte dell’ippocampo che abbiamo studiato è fortemente coinvolta nelle emozioni, e sarebbe quindi il luogo ideale per combinare le informazioni sulla fame con le nostre emozioni”, ha detto Andrew MacAskill a Newsweek.

Secondo lui, lo studio dimostra che la fame può cambiare il modo in cui apprendiamo e cambiare il modo in cui reagiamo agli eventi e ai segnali che ci circondano.

Secondo lui, la scoperta che la fame può influenzare il modo in cui apprendiamo e ricordiamo è importante, ad esempio, per le malattie mentali e il morbo di Alzheimer.

Andrew MacAskill sottolinea che lo studio è stato condotto sui topi e non è sempre possibile trasferire i risultati direttamente agli esseri umani, scrive Newsweek.

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