Il Papa ha partecipato a un incontro ecumenico di preghiera con gli immigrati venerdì pomeriggio, 3 dicembre, nella capitale cipriota, Nicosia. Ha sottolineato l’importanza di vedersi come fratelli e sorelle.
Caterina Aurelio – Città del Vaticano
Nel pomeriggio di venerdì 3 dicembre, dopo la celebrazione della messa e il pranzo in Ambasciata, Papa Francesco ha partecipato ad una preghiera ecumenica con gli immigrati presso la Chiesa Arcidiocesi di Nicosia dedicata alla Santa Croce. Dopo il saluto di benvenuto del Patriarca Latino di Gerusalemme, il Patriarca Berbattista Pizzaballa, che ha letto da Efesini 2,13-22 — è la nostra pace e ha unito i due campi — e la testimonianza di un membro della Caritas Cipro e di quattro giovani immigrati, il ha detto il papa. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane presenti a Cipro, tra cui il Patriarca maronita di Antiochia e l’intero cardinale orientale Bechara Boutros Al-Rahi.
La potenza della parola di Dio
Il Papa ha detto che dopo aver ascoltato la testimonianza dei giovani immigrati, ha compreso meglio la potenza profetica della Parola di Dio, che l’apostolo Paolo lesse: «Perciò non siete più ospiti e forestieri, ma avete la stessa nazionalità dei santi e avete una casa con Dio” (vigilia 2,19).
Il Papa ha sottolineato che “Dio sogna un mondo pacifico in cui vivono i suoi figli, fratelli e sorelle”. Ha spiegato che “Dio ci parla” attraverso i sogni degli immigrati e ci invita a non arrenderci di fronte a un mondo diviso ea comunità cristiane divise.
Il Papa ha voluto che Cipro, segnata dalla divisione, grazie a Dio diventasse un “laboratorio di fraternità” attraverso un paziente cammino verso una terra preparata da Dio e dove la domanda “Chi sei?” Potresti rispondere “Sono tuo fratello/sorella”.
“Pioniere del web. Fanatico della cultura pop. Nerd inguaribile del bacon. Maniaco dei viaggi certificato. Amante degli zombi.”