Il segretario di Stato vaticano è stato intervistato alla televisione italiana dopo il ritorno in patria dalla Cina, dove, insieme alla delegazione della Santa Sede, ha discusso della possibilità di rinnovare l’accordo firmato nel 2018 sulla nomina dei vescovi.
Charlotte Smets – Città del Vaticano
La guerra e le sue implicazioni internazionali e il rapporto di fiducia con Cina e Russia sono stati al centro di un’intervista al Segretario di Stato cardinale Pietro Parol andata in onda al Tg2.
Cina
“Quando hai a che fare con qualcuno, devi sempre iniziare riconoscendo la sua buona fede, altrimenti la trattativa non ha senso”. Il cardinale ha insistito sul rinnovo dell’accordo provvisorio firmato dalla Santa Sede con la Cina nel 2018. Questo accordo assicura che tutti i vescovi, tutti i cinesi e tutti i cattolici, siano in comunione con il Papa.
La delegazione torna in Vaticano con molte difficoltà, afferma il Cardinale, ed è un lungo cammino, osservando gradualmente e pazientemente la “germinazione dei semi” piantata in tempi difficili.
L’incontro con la griglia è stato ben preparato
Hanno anche parlato degli effetti della guerra sui rapporti con Mosca e sui patrioti. Grill è stato confermato assente dalla prossima visita in Kazakistan il 13-15 settembre. Non vengono fornite ragioni, ma credo – dice il cardinale – che la congregazione sia “ben preparata” e utile. Il dialogo prosegue anche di fronte a una tradizione come la Chiesa ortodossa, caratterizzata da un’identificazione eccessiva con le autorità del Paese in cui la Chiesa opera. “Noi onoriamo questa realtà” vivendo con moderazione. “Invalida la conversazione”.
Se il papa a Kiev serve alla pace
Non vi è alcun cambiamento nelle relazioni diplomatiche con Kiev. Il Papa ha deciso di viaggiare – conferma il Segretario di Stato – quando le condizioni saranno favorevoli, e quando la visita promuoverà la pace e sarà un’occasione fotografica. Tuttavia, da un punto di vista diplomatico, la Santa Sede è aperta agli aggressori e agli attaccati con il desiderio di raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura. Citando Giovanni Paolo I come modello, il cardinale ha ripreso il suo sogno di una pace “giusta” e “assoluta” che soddisfi tutti e tenga conto di tutti gli aspetti per calmare i conflitti futuri.
La guerra difensiva è solo nei termini del Catechismo
Condanna della corsa agli armamenti e diritto delle persone a difendersi quando vengono attaccate. Non c’è contraddizione, chiarisce il cardinale: secondo l’insegnamento religioso della Chiesa cattolica, la difesa armata è un diritto, e prevenire un aggressore è un dovere, ma deve rispondere a condizioni ben precise, che la Segreteria di Stato elenca. Dovresti anche vedere il potere dei moderni mezzi di distruzione. Per questi motivi il Papa è molto preoccupato per le armi: nel solo 2021 il costo è di duemila miliardi di dollari, una “follia” perché c’è il rischio di aumentare. Gratuito per tutti E le risorse derivano da altri bisogni del mondo.
L’arretratezza dei cattolici colpisce la politica
Parolin ha poi rivolto la sua attenzione alla crisi politica italiana, che culminerà con le elezioni del 25 settembre. Ha espresso la sua preoccupazione per l’assenza dei cattolici nella vita politica e per il crescente secolarismo, che secondo lui sta relegando la religione nel settore privato. Per la dimensione sociale e storica che ha il cristianesimo – queste le parole del cardinale – non possiamo accettarla. La presenza dei cattolici in politica è importante. Ispirandosi all’insegnamento del Papa, la speranza è che possano avere una visione olistica dei problemi della vita senza concentrarsi su aspetti specifici, e che possano esprimerla nelle parti che conoscono.