Il Papa ha ricevuto, venerdì 14 ottobre, le comunità cattoliche francofone del mondo, riunite a Roma per giornate pastorali per riflettere sul Concilio di Chiesa. Li ha esortati a non rinchiudersi in una sterile solitudine, ma a partecipare attivamente alla comunità della loro Chiesa.
Catarina Agurelio – Vaticano
Il 14 ottobre papa Francesco ha ricevuto i partecipanti alle Giornate pastorali delle comunità cattoliche francofone del mondo, che si svolgono questa settimana a Roma, dove sono stati invitati a riflettere sul processo conciliare della Chiesa.
“Grazie alla nostra diversità culturale e alle differenze di approccio alla fede, diventiamo esperti nell’arte di incontrare gli altri”, ha affermato il Papa. “Un incontro può cambiare la vita e il Vangelo è pieno di questi incontri con Cristo che elevano e guariscono. L’incontro richiede apertura, coraggio e disponibilità a lasciare che la storia dell’altro metta alla prova se stessa”.
La via conciliare è ascoltare lo Spirito Santo
Il Papa ha fatto riferimento agli Atti degli Apostoli, che parlano dei discepoli di Gesù che si incontrano per pregare dopo la sua ascensione, e ha sottolineato l’importanza di ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole dire alla Chiesa. Quanto al proseguimento del cammino sinodale, ha spiegato, si tratta di una distinzione spirituale ed ecclesiastica attraverso il culto e soprattutto la preghiera.
«Il Sinodo presuppone l’ascolto: dobbiamo coltivare l’ascolto nella Chiesa. È così che Dio ci indica la strada da seguire, ci fa uscire dalle nostre abitudini e ci chiama a intraprendere nuove strade, come Abramo. Abbiamo bisogno di ascoltare Dio che parla a noi, e non solo ascoltarlo in modo disperso».
Un sinodo non è un parlamento
Se non c’è ascolto, come nota il Papa, si rischia di ridurre questo tempo di grazia a una riunione oa una specie di parlamento.
“Per essere chiari, un sinodo non è un parlamento…perché lo Spirito Santo è la persona più importante nel sinodo…un sinodo è un tempo di grazia, un processo guidato dallo Spirito Santo che fa nuove tutte le cose , e ci libera dalla mondanità, dalla nostra reclusione, dai nostri schemi pastorali ripetitivi e dalla paura.” Ci invita a chiederci cosa Dio vuole dirci in questo momento, oggi, e sulla direzione che vuole guidarci”.
Lo Spirito Santo ci dà il coraggio di predicare e testimoniare
Il Papa ha raccontato come nel giorno di Pentecoste gli apostoli furono pieni di Spirito Santo e liberati dalle loro paure e si prepararono a svolgere i compiti loro assegnati. Papa ha detto:
“Lo Spirito, che vive in noi, protegge dall’invecchiamento interiore e ci rende coraggiosi per comunicare il Vangelo a tutti in modi sempre nuovi. Noi cristiani non dobbiamo accontentarci di essere illuminati e arricchiti dallo Spirito Santo e arricchiti dai suoi doni, senza sentirsi chiamati a portare questo fuoco e testimoniare il “miracolo di Dio” “nella nostra vita attraverso il valore dei nostri incontri, del nostro ascolto e della nostra attenzione. Amore fraterno”.
Infine, papa Francesco ha sottolineato l’importanza di lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, di essere una Chiesa che guarda all’esterno, che non ha paura di volgersi verso lo straniero», che attende l’Annunciazione.