Papa Francesco ha risposto a una lettera aperta dello scrittore italiano Maricio Magini e ha chiesto a tutti gli scrittori di pubblicare i loro libri per assicurarsi che siano liberati dalla schiavitù.
Charlotte Smeats – Città del Vaticano
Il romanziere italiano Maurizio Maggiani ha recentemente scoperto che la pubblicazione dei suoi libri implicava lo sfruttamento di persone in condizioni di schiavitù in Pakistan.
L’autore ligure ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco – pubblicata sul sito online Il Secolo XIX – in cui si chiede: “Vale la pena creare bellezza a spese del lavoro degli schiavi?”
In risposta all’autore, il Papa ha scritto la sua lettera aperta, che è stata pubblicata venerdì sullo stesso sito.
Nel suo discorso, papa Francesco ha sollevato l’ovvia domanda dell’autore e lo ha elogiato per il suo coraggioso confronto con un problema che “molti sarebbero rimasti in silenzio”.
“Sono rimasto scioccato dalle tue parole”, ha scritto Pope. “La vostra non è cosa da poco, perché essere in pericolo è dignità umana, dignità che oggi è superflua attraverso la partecipazione silenziosa del “lavoro da schiavi” e di tanti altri.
Ha ricordato come i primi giorni della sospensione del governo 19 dell’anno scorso hanno rivelato che si produceva più cibo facendo affidamento su salari giornalieri senza diritti fondamentali.
Sfruttamento e peccato
Papa Francesco ha detto che la domanda di Maggiani ha rivelato qualcosa di ancora più significativo. “Anche la letteratura – il pane dell’anima e l’espressione dello spirito umano – è danneggiata dall’avidità di sfruttamento che si compie nell’ombra e distrugge volti e nomi”.
Il Papa ha detto che pensa che sia “irragionevole pubblicare testi belli e avanzati mentre si creano ingiustizie”.
“E per un cristiano”, lo sfruttamento di qualsiasi tipo è un peccato. “
“Ma rinunciare alla bellezza è una sorta di ritiro, il che è irragionevole: evitare il bene”.
Obbligo di denuncia
Il Papa esorta tutti nel mondo letterario ad agire contro l’uso del lavoro forzato per pubblicare libri.
“Ma la penna – o la tastiera del computer – ci offre un’altra opportunità: scrollarci di dosso le cose oscene e riferire e scrivere cose scomode che possono provocare la coscienza”.
Papa Francesco ha detto che gli piaceva Dostoevskij per la sua mentalità religiosa e l’abitudine di scrivere di “vite umiliate, dolorose e povere”.
Secondo la lettera dello scrittore italiano, Magiani scrive anche delle “storie dei senza voce, dei più piccoli e dei più umiliati”.
Papa Benedetto ha elogiato Magsiani per aver messo la voce imbarazzante della coscienza in stampa, bianco e nero.
Evita lo sfruttamento
Il Papa ha esortato tutti a “restare alla larga” – non dalla diffusione di opere culturali e letterarie – ma “da un atteggiamento che favorisca lo sfruttamento perverso che intacca la fratellanza dei nostri fratelli e sorelle”.
Ha ringraziato lo scrittore italiano per aver richiamato l’attenzione su questo importante tema e per la sua “importante cronaca”.
“Grazie a tutti coloro che si rifiutano di prendere le distanze e migliorare la dignità umana”.
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