Parlando sabato ai rappresentanti dei Paesi di Sutrio, Roseello e Guatemala, che quest’anno hanno donato l’albero di Natale e il presepe in piazza San Pietro, Papa Francesco ha sottolineato il vero significato del Natale.
Charlotte Smets – Città del Vaticano
«Per incontrare Dio, dobbiamo arrivare dov’è Lui; dobbiamo umiliarci e farci piccoli», come Gesù nacque in una mangiatoia. Lo ha detto questo sabato Papa Francesco ricevendo tre delegazioni dei paesi italiani di Sutrio e Rossello e del Guatemala, che quest’anno hanno regalato al Vaticano un albero di Natale e due presepi.
In Piazza San Pietro e nell’Aula Paolo VI sono stati inaugurati due presepi e, dopo aver ringraziato le delegazioni, in particolare quelle coinvolte nella loro preparazione, Papa Francesco ha richiamato l’attenzione sull’albero di Natale e sul significato e il simbolismo dietro l’albero di Natale. .
“Un albero con le luci”, ha detto, ci ricorda Gesù che viene a illuminare la nostra oscurità, che la nostra esistenza è spesso bloccata nell’ombra del peccato, della paura e del dolore, ma ci ricorda anche che, come gli alberi, abbiamo bisogno di radici. , Papa Francesco ha sottolineato che “basi solide” devono essere salde, crescere e resistere ai venti della vita, quindi “è importante radicarsi nella vita quanto nella fede”.
La piccolezza di Gesù
Ha poi riflettuto sul significato del presepe, che “racconta la nascita del Figlio di Dio che si è fatto uomo per essere vicino a ciascuno di noi”.
“Nella sua vera povertà, il presepe ci aiuta a riscoprire la vera ricchezza del Natale”, ha detto il Papa, un Natale “diverso dal consumismo e dal commercio”. Ci permette di essere “più vicini a Dio con la fragile semplicità di un bambino appena nato, adagiato umilmente in una mangiatoia con la tenera carezza dei fili che lo avvolgono”.
Il Natale è la vera ricchezza
Così il Papa ci ha invitato a riscoprire lo stupore e lo stupore della piccolezza attraverso la scena della nascita “nella piccolezza di Dio, il Dio che si umilia, non nato nella gloria, ma nella povertà di una mangiatoia”.
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