Papa Francesco ha aperto una mostra fotografica organizzata dal Centro dei Gesuiti per i Rifugiati, Centro Astelli, invitando tutti a riscoprire l’unità della ricca diversità.
Charlotte Smeats – Città del Vaticano
Il Centro Astali, con sede a Roma, celebra il suo 40° anniversario, commemorando le migliaia di immigrati che sono passati dalla sede del Servizio dei Gesuiti Italiani per i Rifugiati (JRS).
Il titolo della mostra – “Volti al Futuro” – gioca sul sostantivo italiano per volti (Volti), che significa anche “indietro verso”. La chiesa di Sant’Andrea a Guernall ospiterà la mostra fino al 28 novembre.
Martedì papa Francesco ha aperto la mostra con un messaggio che riflette i milioni di persone che sono state sfrattate dalle loro case negli ultimi 40 anni.
“Quaranta” storia
Il papa ha notato che il numero quaranta ha un significato profondo nella Bibbia e che il popolo di Israele ha vagato nel deserto per 40 anni prima di arrivare nella Terra Promessa.
“Sbarazzarsi della schiavitù”, ha detto, “in molte difficoltà, ci è voluta un’intera generazione per ricostruirsi come popolo”.
Gli ultimi 40 anni della nostra storia moderna non sono stati facili e il Papa ha guidato il suo pensiero ai profughi che sono passati per il Centro Astelli.
“Molti di voi sono costretti a fuggire da condizioni come la schiavitù, perdendo la propria dignità di uomo ed essendo considerati un oggetto”, ha detto.
I deserti della razza umana
Papa Francesco ha sottolineato che molti rifugiati sono consapevoli del terribile costo della guerra e dell’agonia di vedere il proprio Paese diventare polvere e acqua.
Molti profughi non hanno trovato la vera libertà, ma sono finiti nei “deserti dell’umanità” caratterizzati dall’indifferenza.
Il Papa ha lamentato che negli ultimi 40 anni, a causa del nazionalismo e del populismo, i conflitti si sono intensificati mentre le nazioni costruiscono muri per espellere gli immigrati.
“Ma”, ha proseguito, “negli ultimi 40 anni, sono tanti gli esempi di speranza che ci permettono di sognare di vivere insieme come un nuovo popolo in questo deserto”.
Libertà nell’unità
Il Papa ha detto che molte delle persone che ricevono aiuto dal Centro Astal – i volontari che li aiutano – sono i volti della speranza: “Migliaia di persone unite nel desiderio di un mondo giusto e dignitoso, anche se molto diverse da l’un l’altro. E i diritti sono davvero per tutti”.
“È giunto il momento per noi di vivere in una Terra Promessa, una terra di unità che serve gli uni gli altri: è tempo di una casa comune di fratelli e sorelle”, ha detto Papa Francesco.
Per ridurre le lacune
In breve, il Papa ha detto che la mostra fotografica del Centro Astelli aiuterebbe a creare una cultura dell’incontro dove si costruiscono ponti sulle crepe.
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