Immagine per la scienza
Catturando dati nelle tre dimensioni del cervello di un topo, la nuova tecnologia potrebbe aiutarci, tra le altre cose, nella ricerca sulla malattia di Alzheimer.
Cinquant'anni dopo la prima immagine scattata con la tecnologia MRI, i ricercatori della Duke University, in collaborazione con scienziati di diverse università, sono riusciti a creare un'immagine MRI che è 64 milioni di volte più chiara della tecnologia convenzionale.
La nuova tecnologia cattura i dati in tre dimensioni e crea i cosiddetti “voxel”, cioè pixel in tre dimensioni, dove la dimensione di ciascun elemento costitutivo dell'immagine è di soli 5 micron. Questo, tra l'altro, può aiutarci a capire cosa succede nel cervello affetto dalla malattia di Alzheimer.
Con l'aiuto di un magnete da 9,4 Tesla, fino a tre o quattro volte più potente dei magneti odierni, e la potenza di calcolo di un supercomputer più piccolo, i ricercatori sono stati in grado di catturare una sequenza di immagini di un intero cervello di topo, di cui vediamo una sezione Qui.
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