In Svezia viene ancora prelevato un gran numero di campioni cellulari per lo screening iniziale e lo screening inizia in età molto giovane. La Regional Cancer Centers Collaboration (RCC) e il National Board of Health and Social Care raccomandano lo screening iniziale dell’HPV dai 23 ai 70 anni a intervalli di 5-7 anni. [1]. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non sottoporsi al test prima dei 30 anni e di eseguire i test HPV solo a intervalli di 5-10 anni. [2].
Iniziare lo screening all’età di 23 anni non è etico, dato il danno arrecato nella fascia di età 23-30 anni. Da un lato il cancro della cervice è estremamente raro nelle donne prima dei 30 anni, dall’altro la guarigione spontanea dall’infezione da HPV e lievi alterazioni cellulari sono molto comuni. Secondo Statistics Sweden, in Svezia ci sono circa 400.000 donne di età compresa tra i 23 e i 30 anni. Con un tasso di copertura di circa l’80%, ogni anno un nuovo gruppo di 320.000 donne viene sottoposto a screening per l’HPV.
Nella fascia di età tra i 23 e i 30 anni, il 30% è risultato positivo all’HPV ad alto rischio [3]. A queste giovani donne viene dolorosamente detto che il test non è normale e che necessitano di un follow-up, magari con colposcopia, prelievo di tessuti e forse una procedura di conizzazione non necessaria. Sono comuni anche le conseguenze psicosociali, come ansia, depressione, diminuzione del desiderio sessuale e problemi relazionali. Inoltre, ci sono lesioni come dolore e sanguinamento dopo procedure che potrebbero non essere necessarie, il che aumenta il rischio di astenersi da ulteriori esami. [4].
Il problema generale che devono affrontare gli attuali programmi di screening per tutte le fasce d’età sono i test falsi positivi, che portano a diagnosi eccessive e trattamenti eccessivi non necessari. Secondo il Registro nazionale della qualità della prevenzione del cancro cervicale, nel 2022 sono stati eseguiti un totale di 768.111 test HPV [3]. Il 14% di tutti i gruppi di età era positivo per l’HPV ad alto rischio [3]. Pertanto, i problemi legati alla sovradiagnosi del test HPV devono essere corretti. Nel frattempo, un test HPV negativo fornisce una protezione 6 volte migliore contro il cancro cervicale rispetto a un test citologico negativo (regolare). [5].
Se si vuole che il Registro nazionale di qualità per la prevenzione del cancro cervicale abbia uno scopo, non si dovrebbero solo raccogliere e analizzare i dati, ma anche presentare proposte per misure correttive.
Suggerisco quanto segue:
- Innalzamento a 30 anni dell’età di inizio dello screening secondo la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
- Includere solo i test HPV nello screening iniziale, in conformità con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, del Consiglio Nazionale per la Salute e il Welfare e del Comitato di Coordinamento Regionale.
- Ridurre gli intervalli di screening ad almeno 5 anni, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
- Promuovere l’opportunità di auto-test per l’HPV per aumentare i tassi di partecipazione.
- Eseguire il test solo per i tipi di HPV altamente tumorali, come HPV 16, HPV 18 e HPV 45.
- Considerare la vaccinazione HPV combinata con screening e conizzazione, se gli studi randomizzati in corso possono confermare il beneficio [6, 7].
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che il 90% delle giovani donne siano vaccinate contro l’HPV [2]Studi randomizzati hanno dimostrato che la vaccinazione contro l’HPV riduce l’incidenza del cancro cervicale invasivo [8]. Un altro grande vantaggio dei vaccini contro l’HPV è che viene ridotta anche la frequenza delle misure di follow-up, in modo che soprattutto le giovani donne non vengano danneggiate inutilmente e si possano liberare risorse per scopi sanitari migliori. [9].
Giornale medico 1-4/2024
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