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L’Unione Europea condanna il sigillo russo dell’opposizione

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L’Unione Europea condanna il sigillo russo dell’opposizione

“La sentenza del tribunale di Mosca di ieri (…) è il tentativo più serio del governo russo di mettere a tacere l’opposizione politica indipendente”.

E’ quanto ha scritto il ministro degli Esteri Ue Josep Borrell in una dichiarazione sostenuta dai 27 membri dell’Ue. Ha anche scritto che il blocco ritiene che la sentenza sia infondata.

“Si tratta di una decisione infondata che conferma lo sviluppo allarmante di attacchi sistematici ai diritti umani e alle libertà che fanno parte della costituzione russa”, ha aggiunto.

continuare a lavorare

La sentenza di mercoledì significa che l’istituzione anticorruzione FBK è bandita dall’operare in Russia.

E la stessa fondazione ha scritto sulla piattaforma Twitter che continuerà a lavorare contro la corruzione in Russia, nonostante la sentenza.

“Ci siamo svegliati con un sorriso malvagio. Sapendo che siamo un ‘pericolo per la società’, continueremo a combattere la corruzione”, ha scritto la fondazione.

Anche il capo di FBK Ivan Zhdanov ha scritto un post esilarante sulla piattaforma.

“Oggi ho detto a mia moglie che ora sono estremista e quindi posso comportarmi male”, ha scritto in un tweet.

Non candidarti alle elezioni

All’inizio di giugno, è stata approvata una legge che vieta a personalità di spicco delle organizzazioni estremiste di candidarsi alle elezioni per un periodo di cinque anni. Anche i membri di livello inferiore, così come i finanziatori, devono essere squalificati per tre anni. I critici temono che la legge rischi così di colpire le decine di migliaia di persone che hanno sostenuto la rete di donazioni di Navalny.

L’attivista, avvocato e blogger Navalny è noto per le sue aspre critiche al presidente Vladimir Putin e per il suo lavoro nella lotta alla corruzione.

All’inizio di quest’anno, Navalny è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere per aver violato le regole di una precedente pena sospesa per appropriazione indebita. Il critico del regime si era trattenuto dall’informare il suo supervisore mentre era in coma in Germania dopo essere stato avvelenato con la neurotossina sovietica Novichok.

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