Tre anni dopo, il covid19 non è più classificato come malattia a rischio pubblico o comunitario, ma è ancora una pandemia. Nel terzo anniversario della pandemia, la Johns Hopkins University ha annunciato che avrebbe smesso di tenere i suoi rapporti globali sulla diffusione dell’epidemia sul numero di morti e casi confermati. Quando hanno smesso di contare, il numero di decessi confermati era di 6.881.955 persone.
Secondo Ali Mirazimi, professore di virologia clinica al Karolinska Institutet, ci sono tre lezioni particolarmente importanti dalla pandemia.
La ricerca di base è molto importante perché ci fornisce medicinali e vaccini. La seconda è che è molto importante disporre di competenze di laboratorio e strumenti diagnostici, e la terza è ampliare il sistema sanitario per essere in grado di prendersi cura dei pazienti colpiti dagli effetti dell’epidemia, ha affermato.
Non c’è conclusione
Secondo Ali Mirazimi, non ci sono conclusioni su quale paese abbia affrontato meglio la diffusione dell’infezione, ma ritiene che sia importante soprattutto mantenere aperte le scuole poiché influisce sulla società a lungo termine.
Siamo meglio attrezzati ora rispetto al 2020?
– È difficile dire che siamo meglio attrezzati perché con una crisi importante impari sempre certe cose e agisci per migliorare. Mirasimi afferma che la prossima crisi potrebbe essere molto diversa.
Quali sono stati i maggiori sviluppi della ricerca in questi tre anni?
– Ciò che è davvero decollato sono le nuove tecnologie dei vaccini, vale a dire i vaccini a mRNA. È qualcosa che stiamo studiando da 20 anni, dice Ali Mirazimi, ma ora devono dimostrare quanto siano importanti.