In un video distribuito dal governo turco, dal profondo della grotta, il ricercatore Mark Dickey loda il fatto che “è in piedi, cammina ed è vivo” ma “non si è ripreso dall’interno”.
Secondo l’European Cave Rescue, Dicky sta prendendo parte a una spedizione nella grotta di Murga, nelle montagne del Tauro, nel sud della Turchia, con diversi altri ricercatori, tra cui altri tre americani.
L’allarme ha richiesto tempo
Si era ammalato diversi giorni fa, il 2 settembre, quando si trovava a quasi 1.000 metri sotto terra. Ma ci volle circa un giorno prima che il messaggio raggiungesse gli altri in cima alla grotta.
Soffriva di gravi problemi di stomaco, inclusa emorragia.
Lui stesso afferma che la pronta assistenza fornita da altri membri del gruppo e gli sforzi delle autorità turche, che hanno assicurato che i medicinali potessero essere trasportati, gli hanno salvato la vita.
Tra coloro che lo raggiunsero c’era un medico ungherese.
Ci vogliono giorni
Si prevede che i lavori di salvataggio dureranno diversi giorni, forse settimane. Una difficoltà è che la temperatura nella grotta non supera i 4-6 gradi Celsius e ci sono passaggi stretti lungo il percorso che può essere difficile, forse impossibile, da attraversare con una barella.
La comunicazione con Dickie è complicata perché avviene tramite corrieri che vanno da dove si trova al cosiddetto campo base in cima alla grotta. Questa fase dura 5-7 ore ogni volta.
Secondo Yusuf Ogrinik dell’Associazione turca per la ricerca sulle caverne, nell’operazione di salvataggio sono coinvolte fino a 170 persone.
Si dice che Mark Dickey sia un esperto speleologo con molte spedizioni al suo attivo e abbia anche esperienza con i salvataggi.
La missione mira a mappare la grotta, che è profonda circa 1.300 metri.